La trama (con parole mie): Checco Zalone, venditore di aspirapolveri schiavo dei finanziamenti, perseguitato dai debiti e lasciato dalla compagna promette al figlio che, in caso di una pagella perfetta, il premio sarà una vacanza da sogno.Quando il piccolo raggiunge il suo obiettivo e Checco si trova a doverlo assecondare senza avere un soldo per poterlo fare, le cose si mettono male, anche perchè per i due non resta che fare rotta verso il Molise ospiti di una tirchia zia di Zalone.Conosciuta per caso una ricca benefattrice francese moglie di un regista, quello che pareva un noiosissimo periodo trascorso in una località abitata solo ed esclusivamente da vecchi si trasforma in un'avventura che cementerà il rapporto tra padre e figlio e darà una nuova speranza anche alla fabbrica della madre, a rischio di chiusura a causa della crisi.
Mi dispiace.Mi dispiace davvero.Ho avuto un pessimo tempismo, e poca lungimiranza nel rimandare continuamente la visione di Sole a catinelle praticamente dai tempi della sua uscita in sala.Ed ho clamorosamente sbagliato.Perchè senza dubbio il prodotto firmato Gennaro Nunziante avrebbe conquistato di diritto e senza fatica il numero uno nella top ten dedicata al peggio del 2013, con buona pace de Il cecchino e After Earth, che sarebbero finiti distanziati di svariate lunghezze.Perchè se già il precedente Che bella giornata aveva rasentato livelli di schifo che parevano praticamente fantascienza, con Sole a catinelle gli stessi vengono clamorosamente sbriciolati, liberando una cascata di trash di livello così basso da rimanere sconvolti a partire dalla ridicola canzoncina che fa da tema centrale della pellicola e definisce il suo intento di mostrare una sorta di divertente - !? - ritratto del rapporto tra padre e figlio.Per il resto, ci si trova di fronte ad un concentrato di comicità spicciola della peggior specie - alcune presunte battute sono al di sotto del livello che, di norma, un maschio medio considera divertente nel pieno dei confronti con i compagni di classe alle medie -, una confezione ridicola ed una morale a più riprese discutibile, senza contare l'ormai irritante protagonista, che se già prima facevo fatica a sopportare ora cerca con tutte le sue forze di insidiare Ceccherini e Martinelli, saldamente radicati nell'Olimpo del peggio del Cinema Italiano di tutti i tempi.Sapere che Sole a catinelle è stato uno degli incassi di maggior successo della stagione scorsa e oltre è una vergogna non tanto per i produttori e distributori - che probabilmente avranno speso ben poco, per portare in scena quest'immondizia -, quanto per noi in quanto pubblico italiano, accorsi in massa a decretare il successo di una materia informe, volgare e neppure divertente - ora vorrei poter mettere le mani addosso a qualcuno di quelli che si sono giustificati, ai tempi, dicendo "è vero, non è un granchè, ma fa ridere" - che scarica una badilata consistente di merda sulla settima arte del Nostro Paese, cui serviranno un centinaio di La grande bellezza per riprendersi da uno shock come questo.E badate bene: non sono neppure incazzato per aver buttato un'ora e venti della mia vita in questa visione. Quindi pensate cosa avrei potuto scrivere se solo mi fossi lasciato prendere la mano davvero.Poi, certo, di solito scrivo post più lunghi ed appassionati.Ma non c'è davvero altro che possa dire.O meglio: non c'è davvero altro che Sole a catinelle meriti.Se non di essere dimenticato in fretta.
MrFord
"Non senti sulla pelle
questo sole a catinelle
che ci fa star bene dai
ti prendo sulle spalle
stringi forte le bretelle
e voliamo via di qua."Checco Zalone - "Sole a catinelle" -