"Caselli Boia", "Caselli boia speriamo che tu muoia", "morte ai re"(?), "no tav liberi", così che possiamo ricordarci bene della loro orgogliosa intolleranza.
In questi giorni i NoTav sono particolarmente agitati per gli arresti di manifestanti accusati di lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale nei boschi della Val di Susa. Tra questi c'è il genovese Gabriele Filippi. E Caselli è proprio il pm che ha chiesto questi arresti, oltre ad essere il magistrato che ha combattuto contro il terrorismo delle Br e contro le organizzazioni mafiose.
Io non conosco le dinamiche degli scontri in Val di Susa, né i dettagli dei mandati d'arresto dei manifestanti. Non ho un'opinione chiara sulla costruzione dell'alta velocità, in quanto questione molto tecnica sulla quale si sente e si legge tutto e il contrario di tutto. Mi sento solidale col movimento NoTav perché apprezzo il loro attaccamento alla terra e riconosco importante la loro richiesta di essere coinvolti nelle decisioni: non sono uno che derubrica la questione ad un semplice problema di egoismo locale.
non posso appoggiare chi contesta l'operato di qualcuno divulgando in rete minacce più o meno velate e
men che meno apprezzo chi si affretta a legittimare questi "resistenti" con la scusa che viviamo in uno stato repressivo che non ascolta la volontà popolare.
Li considero tanto fascisti quanto i poliziotti dal manganello facile che pretendono tanto di osteggiare.
Ecco perché mi trovo pienamente d'accordo con gli articoli di Peter Gomez e Filippo Rossi sul Fatto:
Il movimento deve poi ricordare che agli arrestati per la guerriglia della scorsa estate non sono stati contestati reati associativi, ma solo specifici episodi di violenza. Un evidente segnale di come la procura di Torino non punti a criminalizzare il dissenso. Non capirlo non è solo sbagliato. È stupido. [Gomez]Solidarietà al magistrato è stata espressa da Libera attraverso un comunicato in cui si difende la persona impegnata da anni nella lotta alla mafia e si denuncia l'intolleranza con cui ha preso forma la contestazione.
Intendiamoci, tutto legittimo. E, paradossalmente, molto positivo per un sistema democratico che si deve abituare a dar voce a chiunque, senza limiti, senza vincoli. Però non è possibile che quel chiunque continui a spacciarsi per quel che non è. Non è sopportabile che si continui a spacciare, con fare orwelliano, la violenza per non-violenza, le minacce (“Caselli boia speriamo che tu muoia”) per libertà di pensiero, il ricatto per dibattito democratico, la bugia per la verità, la guerra per la pace. [Rossi]
Per concludere vi rimanderei alla lettura del post di Giovanni Fontana, "Prigionieri del loro stesso fascismo", che espone sempre benissimo le sue idee.