10 SETTEMBRE – “Je suis Antonello”, riprendendo e parafrasando il consumato slogan dello scorso gennaio.Tutta la collettività e ancor di più il popolo dei social si è schierato dalla parte di Antonello Lai, noto giornalista dell’emittente televisiva sarda TCS, preso a botte nella mattina di ieri da un gruppo di rom in un campo nomadi sulla Statale 554 Cagliaritana. Tutti, dal primo all’ultimo, hanno manifestato il loro attaccamento a Tziu Lai, colpito dalla cieca violenza mentre realizzava il suo servizio televisivo. I commenti e le discussioni sulla vicenda hanno di certo tenuto banco nelle ultime ventiquattr’ore, generosamente conditi di aspre polemiche rivolte all’immigrazione malcontrollata e alla convivenza non sempre pacifica con altri popoli. Un tema, oggi, molto caldo.
L’increscioso fatto è accaduto nella mattinata di ieri, quando il giornalista, diretto ad Assemini per motivi di lavoro insieme al suo cameraman Matteo Campulla, ha deciso di recarsi in un campo nomadi abusivo, intravisto lungo strada, appena dietro la Motorizzazione Civile. Antonello, conosciuto per i suoi servizi “borderline” e in presa diretta, ha pensato bene di confezionare un reportage sulla difficile situazione dei campi rom. Qualche domanda di troppo, probabilemente, un’invasione non gradita e una telecamera scomoda hanno acceso gli animi di alcuni giovani che hanno circondato Lai e l’operatore, contro i quali sono volati calci e pugni. I due, feriti e grondanti di sangue, hanno dovuto lasciare l’area e recarsi al Pronto Soccorso vicino dove sono stati medicati.
Certamente non è la prima volta che il reporter “d’assalto”Antonello Lai – il cui impegno nel sociale gli ha fatto vincere numerosi premi giornalistici nazionali come il “Cronista dell’Anno e “la navicella d’aegento” – si spinge nelle zone più degradate della città, incotrando e a volte sontrandosi con personaggi di ogni tipo. Da tanti anni ormai il suo programma “Zona Franca”, contenitore di servizi e interviste su varie tematiche, non di rado dà voce e spazio agli ultimi, ai più deboli, a coloro ai quali spesso e volentieri è negata la possibilità di far valere i propri diritti. Cagliari e un po’ tutta la Sardegna conosce molto bene i reportage, alcuni dei quali molto celebri, e le interviste che spesso hanno portato Lai a conoscere e a far conoscere i problemi delle persone maggiormente indifese, vittime di realtà più crude, nei quartieri della città considerati “forti”.
L’aggressione subita dai cosiddetti “diversi” ha lasciato l’amaro in bocca ai tanti affezionati, tanto più che rappresenta un duro colpo inferto all’informazione libera.
Gianmarco Cossu
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