Ormai lo sanno anche i sassi che i clandestini rendono più della droga, ma quello che pochi sanno è che per i clandestini la burocrazia non esiste o meglio loro possono dare dati anagrafici anche di fantasia ma nessuno controllerà se è vero. Se un italiano dichiarasse false generalità cosa succederebbe, si applicherebbe il 496 Codice Penale oppure rimarrebbe impunito come si fa per i clandestini a cui tutto e permesso?
A Gorizia poco tempo fa un clandestino, il quale pensava che pescare di frodo nell’Isonzo fosse la soluzione ideale alla sua sopravvivenza, è morto.
Immediatamente la gioiosa macchina da guerra della solidarietà cristiana “a pagamento” di tutti gli Italiani si mosse chiedendo che la salma fosse rimpatriata a spese degli Italiani in Pakistan; ma come sempre i conti si fanno senza l’oste; i dati anagrafici del morto, da lui dichiarati nel momento della domanda di asilo, non combaciavano con quelli del consolato del Pakistan!
Come sempre il diavolo fa le pentole ma dimentica i coperchi. Adesso ci chiediamo come sia possibile che non si faccia una verifica preventiva con i consolati di provenienza dei clandestini onde evitare false generalità; nel 2012 fu scoperta proprio grazie all’operazione “Green Book” una associazione di stranieri che dava documenti falsi per clandestini per farli diventare “richiedenti asilo”. A volte capita anche di trovarsi con due clandestini che dichiarano i medesimi dati senza che nessuno si ponga un dubbio; tutto questo in nome di una solidarietà cristiana a senso unico. Ormai l’Isis è alle porte, chi ci assicura che in questa transumanza di clandestini non si nascondano dei terroristi sotto forma di agnelli?
Ormai è chiaro anche ai fanciulli: di queste persone non conosciamo le vere storie e il più delle volte nemmeno la loro reale identità. Lo confermano gli stessi agenti della Digos di Crotone e lo dimostrano gli atti ufficiali delle prefetture. Eppure continueranno a dire che siamo solo razzisti.
solidarietà cristiana, solidarietà cristiana