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«Solitudine è l'uomo al quadrato»

Creato il 20 settembre 2010 da Lucas
A URANIA
Tutto ha un limite, compresa la tristezza.S'impiglia lo sguardo alla finestra, come alla palizzatala foglia. Puoi versare acqua, scuotere chiavi.Solitudine è l'uomo al quadrato. Il dromedariocosì fiuta, ingobbendosi, il binario.Si scosta il vuoto, come una portiera.E cos'è poi lo spazio, in generale, iodico? Assenza di corpo in ogni punto.Per questo Urania è più vecchia di Clio.Di giorno, e al lume di lumini ciechi,vedi che non nasconde nulla: cerchidi guardare il globo, e guardi una nuca.Eccoli, i boschi pieni di mirtillo,fiumi dove si pesca a mano lo storione,una città che non ti annovera piùnell'elenco del telefono. E a sudanzi a sud-ovest, ecco montagne brune,e vagano nel càrice* cavalli, prževali,si fanno gialli i visi. Poi, più in là, corvettenavigano e si fa azzurro lo spazio,come una biancheria con i merletti.
Iosif Brodskij, Poesie, Adelphi, Milano 1986 (traduzione di Giovanni Buttafava)*Noticina a margine.Io non conosco il russo e non conoscevo la parola càrice.Ho cercato su google e non ho trovato dizionari disponibili a definire il termine.Solo ho trovato che tal parola viene usata in Anna Karenina ove mi pare indicare un luogo palustre. E in tal brano il traduttore la rende come termine femminile: la càrice. Vedasi qui al cap. X.

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