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«"sollazzo" nell'accezione più ironica del termine»

Creato il 05 dicembre 2011 da Pesa
Ma quale vita, quale piacere senza l'aurea Afrodite?
Che io muoia quando più non mi stiano a cuore
l'amore segreto e i dolci doni e il letto, 
i fiori dilettevoli di giovinezza
per gli uomini e le donne. Ma quando incalza l'odiosa
senilità, che fa brutto anche l'uomo bello,
assidui tormenti lo sfibrano nel cuore
né si allieta a mirare i raggi del sole
ma in odio è ai ragazze e delle dame è scherno:
così penosa un Dio volle la vecchiezza! 
Fr.1 - Mimnermo
Non sono assolutamente arrivato al punto in cui abbandonerò l'amore per i dolci doni e il letto, e lungi da me l'idea di giungere a simili traguardi. Però dentro di me sento che più mi avvino a cifre importanti della mia età (venticinque anni, un quarto di secolo!), più sale la preoccupazione e l'idea di fare resoconti su ciò che è stata la mia vita. Non so il perché ma è come se una volta toccata la fatidica cifra dei TRENTA! la mia esistenza possa perdere di significato, e tutto ciò che arriverà dopo sarà il nulla più totale. Con questo non sto dicendo che i trentenni siano dei decrepiti, dei falliti e tutte le cose negative che possiate immaginare, sto solamente arrivando alla conclusione che io sia un fallito. A ventiquattro anni sento di aver abbandonato tante opportunità, di non aver sfruttato al massimo il mio tempo, e ho l'angosciante sensazione che se, quando giungerò nel mezzo del cammin di mia vita, non avrò trovato una collocazione al mio essere, la mia posizione all'interno del creato, allora mi considererò uno sconfitto, un perdente eterno che vagherà per il resto dei suoi anni senza nulla da fare. Sempre se avere a cuore l'amor segreto, i dolci doni e il letto si possa considerare nulla.

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