foto di Marco Borrelli
Suona il violoncello con la stessa passione con cui Hendrix imbracciava la sua chitarra elettrica. Da qui la definizione di “Jimi Hendrix del violoncello”, affibbiatagli da un critico americano ma che a lui va un po’ stretta. Giovanni Sollima riesce a tirare fuori dal suo strumento suoni per molti impensabili ma è prima di tutto un artista a tutto tondo. Le sue collaborazioni spaziano dalle orchestre e le sale da concerto più snob d’Europa al jazz e al rock, in piazza come tra le dune del Sahara. Mercoledì 14 gennaio 2015 il musicista è protagonista al teatro Verdi di Firenze nell’ambito del cartellone Ort.
Con l’orchestra della Toscana Sollima vanta un lungo rapporto di collaborazione. Palermitano, si è fatto conoscere prima all’estero che in Italia. Ha suonato alla Scala, alla Biennale di Venezia e alla Knitting Factory, tempio dell’underground newyorchese, con Riccardo Muti e Patti Smith, Sinopoli e Capossela. Davvero non male. Le sue collaborazioni per il cinema sono prestigiosissime: ha realizzato le colonne sonore per film di Greenway, Wenders e Marco Tullio Giordana, per gli spettacoli di Bob Wilson e Baricco. La sua composizione più famosa, “Violoncelles, vibrez!”, è ormai un classico del nostro tempo.