Solo 8 voti per Santanché

Creato il 26 settembre 2013 da Danemblog @danemblog
L'elezione a vicepresidente della Camera di Simone Baldelli, richiede che si parli anche un attimo della Pitonessa Santanché.
Sì, perché in questo blog ci si era spesi per criticare l'atteggiamento del Pd di fronte alla proposta Pdl del nome della cuneese. Già, perché quell'atteggiamento a mio modo di vedere era inutile, incontinente e puerile - al limite della deriva misogina, o con il rischio che passasse per - figlio di un partito che non esce mai dalla tentazione di mettersi in bella mostra, cavalcando la retorica dell'antiberlusconismo antropologico. Unico - s'è detto diverse volte - vero collante di tutti questi anni. Ai tempi, eravamo a luglio, quel mio post richiese anche una spiegazione, anche a seguito di uno scambio di tweet e qualche naso storto da parte di chi legge. Il senso di quel che dicevo - e cioè che sulla nomina, al di là di evidenze di carattere oggettivo (quelle serie, quelle riconoscibili dal sistema giudiziario, intendo), il Pd non doveva metter bocca in pubblico - non significava ovviamente che per me Santanché fosse un buon vicepresidente. No, nel modo più categorico: ma tuttavia, occorreva andare oltre il pigro ragionamento, l'essere attaccati ai cari stereotipi, e soprattutto - la cosa più importante - occorreva rispettare le legittime, per accordi politici, decisioni dell'"alleato di governo". Qui stava il problema: perché tutta la storia delle Larghe intese, avrebbe avuto senso soltanto se ci si metteva in testa di essere alleati. Alleati del nemico odiatissimo, è vero: circostanza surreale, altrettanto vero. Ma le cose avrebbero funzionato soltanto se si fosse presa coscienza di questo. (Si parla come se, ma a sentir quel che si dice, "È tutto finito, è tutto finito!")
L'alleato del Pd non è affidabile, questo si sa. Ma si sa anche che non perde - e non perderà, tanto è vero quel che è successo ieri, con le dimissioni in massa pidielline annunciate e poi ritirate - occasione per far passare il Pd stesso come inaffidabile, come irresponsabile, infido, insicuro e sempre in guerra. In circostanze del genere, o si sta obtorto collo (e naso) - regolando le situazioni nei luoghi e nei tempi adatti, facendo valere la propria forza senza la necessità continua di mostrare i bicipiti al pubblico, che tanto si sa che i culturisti non piacciono più a nessuno  - oppure non si sta proprio. Nel senso che l'avventura nemmeno si sarebbe dovuta iniziare - nuove elezioni, e forse era anche meglio.
Siamo arrivati qua. Si è scelto un altro nome con Santanché che ha racimolato soltanto i voti di quelli che aveva invitato a cena la sera prima. E dunque che cosa è successo? Delle due, una.
La soluzione a) del quiz prevede che il Pd abbia fatto il giusto pressing, abbassando i toni in pubblico e alzandoli in quei luoghi di competenza - magari in qualche riunione, qualche studio, qualche cena. La via diplomatica, per dire. Questo primo scenario, porterebbe a credere che il Pd sia un partito ancora in grado di muovere gli equilibrio a proprio piacimento, senza bisogno dello show, della rassicurazione della telecamera, dell'aiuto del pubblico e della telefonata a casa. E porterebbe a credere anche, che il Pd non sia impegnato esclusivamente a risolvere le proprie personalissime beghe, ma avrebbe energie di riserva per fare ancora buona cose.
Oppure, è stata una scelta in casa Pdl: rinunciare a Santanché sarebbe nel caso un segno di una differente via politica. Ci può stare, la nuova Forza Italia, anche per dar spazio a quelli che la nuova via la intraprenderanno - e che magari sono gli stessi che già un paio di mesi, storcevano il naso davanti alla scelta della Pitonessa.
E poi, allora, la questione sociale, elettorale, il consenso, la gente. Berlusconi legge gli italiani meglio di chiunque altro. Siamo un popolo stagionale: adesso si cerca calma, sicurezza, serenità, conciliazione. Sa che la nostra gente in questo momento è il popolo di Papa Francesco, il popolo in cui uno su quattro hanno digiunato per la Siria, il popolo a cui alla fin fine piace Letta e le sue Larghe intese, abbassamento dei toni, basta guerre d'ogni genere. Lo stessa gente, che per la stesse ragioni, comincia a storcere il naso a Renzi: il commento sul sindaco di Firenze spesso è diventato "una volta mi piaceva, ma adesso fa troppo casino, ce l'ha con tutti".
Colori caldi, morbidi, protettivi, comodi: arriva l'autunno. L'immagine di quella nuova via politica, è un bel viale alberato, ingiallito, con le foglie che cadono e poco vento, piacevole, che le lascia cadere calme.    
(Su tutto, poi i soliti dubbi, sarà ma: siamo davvero sicuri che questo qua - che sfotte la terza carica dello stato, travestito e truccato da donna, si fa riprendere e mette il video sul suo blog -sia tanto meglio dell'altra?).


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