Sì, perché in questo blog ci si era spesi per criticare l'atteggiamento del Pd di fronte alla proposta Pdl del nome della cuneese. Già, perché quell'atteggiamento a mio modo di vedere era inutile, incontinente e puerile - al limite della deriva misogina, o con il rischio che passasse per - figlio di un partito che non esce mai dalla tentazione di mettersi in bella mostra, cavalcando la retorica dell'antiberlusconismo antropologico. Unico - s'è detto diverse volte - vero collante di tutti questi anni. Ai tempi, eravamo a luglio, quel mio post richiese anche una spiegazione, anche a seguito di uno scambio di tweet e qualche naso storto da parte di chi legge. Il senso di quel che dicevo - e cioè che sulla nomina, al di là di evidenze di carattere oggettivo (quelle serie, quelle riconoscibili dal sistema giudiziario, intendo), il Pd non doveva metter bocca in pubblico - non significava ovviamente che per me Santanché fosse un buon vicepresidente. No, nel modo più categorico: ma tuttavia, occorreva andare oltre il pigro ragionamento, l'essere attaccati ai cari stereotipi, e soprattutto - la cosa più importante - occorreva rispettare le legittime, per accordi politici, decisioni dell'"alleato di governo". Qui stava il problema: perché tutta la storia delle Larghe intese, avrebbe avuto senso soltanto se ci si metteva in testa di essere alleati. Alleati del nemico odiatissimo, è vero: circostanza surreale, altrettanto vero. Ma le cose avrebbero funzionato soltanto se si fosse presa coscienza di questo. (Si parla come se, ma a sentir quel che si dice, "È tutto finito, è tutto finito!")
L'alleato del Pd non è affidabile, questo si sa. Ma si sa anche che non perde - e non perderà, tanto è vero quel che è successo ieri, con le dimissioni in massa pidielline annunciate e poi ritirate - occasione per far passare il Pd stesso come inaffidabile, come irresponsabile, infido, insicuro e sempre in guerra. In circostanze del genere, o si sta obtorto collo (e naso) - regolando le situazioni nei luoghi e nei tempi adatti, facendo valere la propria forza senza la necessità continua di mostrare i bicipiti al pubblico, che tanto si sa che i culturisti non piacciono più a nessuno - oppure non si sta proprio. Nel senso che l'avventura nemmeno si sarebbe dovuta iniziare - nuove elezioni, e forse era anche meglio.
Siamo arrivati qua. Si è scelto un altro nome con Santanché che ha racimolato soltanto i voti di quelli che aveva invitato a cena la sera prima. E dunque che cosa è successo? Delle due, una.
La soluzione a) del quiz prevede che il Pd abbia fatto il giusto pressing, abbassando i toni in pubblico e alzandoli in quei luoghi di competenza - magari in qualche riunione, qualche studio, qualche cena. La via diplomatica, per dire. Questo primo scenario, porterebbe a credere che il Pd sia un partito ancora in grado di muovere gli equilibrio a proprio piacimento, senza bisogno dello show, della rassicurazione della telecamera, dell'aiuto del pubblico e della telefonata a casa. E porterebbe a credere anche, che il Pd non sia impegnato esclusivamente a risolvere le proprie personalissime beghe, ma avrebbe energie di riserva per fare ancora buona cose.
Oppure, è stata una scelta in casa Pdl: rinunciare a Santanché sarebbe nel caso un segno di una differente via politica. Ci può stare, la nuova Forza Italia, anche per dar spazio a quelli che la nuova via la intraprenderanno - e che magari sono gli stessi che già un paio di mesi, storcevano il naso davanti alla scelta della Pitonessa.
E poi, allora, la questione sociale, elettorale, il consenso, la gente. Berlusconi legge gli italiani meglio di chiunque altro. Siamo un popolo stagionale: adesso si cerca calma, sicurezza, serenità, conciliazione. Sa che la nostra gente in questo momento è il popolo di Papa Francesco, il popolo in cui uno su quattro hanno digiunato per la Siria, il popolo a cui alla fin fine piace Letta e le sue Larghe intese, abbassamento dei toni, basta guerre d'ogni genere. Lo stessa gente, che per la stesse ragioni, comincia a storcere il naso a Renzi: il commento sul sindaco di Firenze spesso è diventato "una volta mi piaceva, ma adesso fa troppo casino, ce l'ha con tutti".
Colori caldi, morbidi, protettivi, comodi: arriva l'autunno. L'immagine di quella nuova via politica, è un bel viale alberato, ingiallito, con le foglie che cadono e poco vento, piacevole, che le lascia cadere calme.
(Su tutto, poi i soliti dubbi, sarà ma: siamo davvero sicuri che questo qua - che sfotte la terza carica dello stato, travestito e truccato da donna, si fa riprendere e mette il video sul suo blog -sia tanto meglio dell'altra?).
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