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Solo l'amore di Mr Darcy può dare del tu a Lizzy Una riflessione sull'eterno dilemma "Lei-Voi-Tu" nelle traduzioni

Creato il 25 aprile 2013 da Lizzys @lizzysylvia66
Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma Le traduzioni non sono tutte uguali!
Durante il Gruppo di Lettura del Bicentenario di Orgoglio e Pregiudizio tenutosi in questa sala da tè tra dicembre 2012 e gennaio 2013 (link in fondo al post), una delle questioni su cui spesso ci siamo trovati a dibattere con molto interesse riguardava le croci e le delizie delle diverse traduzioni in italiano.Mi è bastato porre una semplice domanda all'inizio della prima tappa, "Quale edizione utilizzate?" e  subito ci siamo trovati a commentare la traduzione un po' anacronistica di alcune edizioni, come la BUR o la stessa Mondadori (di cui abbiamo già chiacchierato durante un tè delle cinque di qualche tempo fa - link in fondo al post), in cui i nomi sono italianizzati, i personaggi si danno del lei ed il registro linguistico è palesemente vetusto.

Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma

La copertina del mio primo O&P, ed. Mondadori  1987


Come non smetterò mai di dire, decodificare un testo originale per ricodificarlo in un'altra lingua è un'arte funambolica, perennemente alla ricerca dell'equilibrio tra rigore e fantasia, alle prese con una conflittuale duplice fedeltà, quella al testo di partenza e quella all'espressione di arrivo (come un innamorato che si trovi ad amare contemporaneamente due persone!), e che richiede al traduttore una grande abilità ed un'altrettanto grande umiltà.Tradurre è sempre stato un mestiere (sì, mestiere, proprio come quello dell'artigiano nel chiuso della sua magica bottega) delicatissimo e importantissimo, che ha permesso alle persone di conoscere altre realtà, nel corso dei millenni.
...No, non intendo trascinarvi in una dissertazione su splendori e miserie dell'arte della traduzione. Mi limiterò a farlo attraverso un piccolissimo dettaglio che, nella sua apparente irrilevanza, ci rivela l'immenso, impenetrabile potere della parola - e delle scelte del traduttore quando decide di dare voce alla passione di Mr Darcy durante la seconda dichiarazione.
Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma
Comincerò con una mia dichiarazione bellicosa. Ciò che mi infastidisce molto in alcune traduzioni è la scelta della forma allocutiva "lei" invece del "voi", che trovo più appropriato per rendere questo "you", proprio considerando il luogo ed il tempo. I miei ricordi di studentessa di scuola interpreti, prima, e facoltà di lingue e letterature straniere, poi, sono pieni di lunghe riflessioni su questo aspetto. Sembra un'inezia ma non lo è affatto. Innanzitutto, è bene chiarire che in inglese non si dà del lei e nemmeno del voi, si dà del tu a tutti (lingua democratica!): ciò che cambia è la miscela di buona educazione e formalità con cui si condisce il registro linguistico. Tant'è vero che non esiste un traducente per l'espressione italianissima "dare del lei/voi/tu".
C'è una bellissima espressione, che talvolta può aiutare: to be on first name terms (letteralmente: chiamarsi per nome) e che la dice lunga sul grado di confidenza tra le persone che così si rivolgono l'una all'altra.
(tenetela a mente: tra poco ci sarà utilissima)
In secondo luogo, proprio per questo ci troviamo davanti ad un elemento fondamentale della caratterizzazione culturale e sociale - che diventa amplificata in un romanzo, e in questo in particolare, dove le regole sociali sono grandi protagoniste, nel bene e nel male.

Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma

La copertina della ristampa della prima traduzione del 1932


Ecco che le traduzioni italiane di P&P oscillano tra il voi ed il lei anche se ormai è preponderante l'uso del voi, assai più vicino all'originale you condito di molta formalità, secondo il costume del tempo.Si potrebbe pensare che, presa una decisione, il traduttore la debba mantenere dalla prima all'ultima paginaColpo di scena!
Si chiede Sophie nella tappa 4 con legittimo stupore, che cosa si può pensare di un traduttore che, dopo 57 capitoli all'insegna del "voi", all'improvviso dà del "tu"?
Vediamo in quale contesto avviene questo improvviso, apparentemente inspiegabile, cambio di registro.Siamo al capitolo 59 di P&P, nel bel mezzo di quel turbine emozionale che è la seconda dichiarazione.

Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma

Greer Garson e Laurence Olivier, MGM 1940


Darcy ha appena aperto il proprio cuore a Elizabeth con estrema sincerità ma pur sempre "alla sua maniera", con quel contegno, cioè, che trattiene la passione ad un solo respiro dall'essere incontrollata, e nella sospensione imposta dall'attesa di conoscere il proprio destino direttamente dalle labbra della donna che ama.
"You are too generous to trifle with me. If your feelings are still what they were last April, tell me so at once. My affections and wishes are unchanged, but one word from you will silence me on this subject for ever.""Siete troppo generosa per prendervi gioco di me. Se i vostri sentimenti sono ancora quelli che erano lo scorso aprile, ditemelo subito. Il mio affetto e i miei desideri sono immutati, ma una vostra parola mi farà tacere per sempre su questo argomento."

Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma

Elizabeth Garvie e David Rintoul, BBC 1980


Qui Jane Austen ci delizia con uno dei suoi geniali discorsi indiretti, per riferirci la reazione della destinataria di cotanta dichiarazione. Che è senza dubbio positiva, ed ha il potere di trasfigurare del tutto Darcy:
The happiness which this reply produced, was such as he had probably never felt before; and he expressed himself on the occasion as sensibly and as warmly as a man violently in love can be supposed to do. Had Elizabeth been able to encounter his eye, she might have seen how well the expression of heartfelt delight, diffused over his face, became him; but, though she could not look, she could listen, and he told her of feelings, which, in proving of what importance she was to him, made his affection every moment more valuable.La felicità prodotta da questa risposta fu tale che probabilmente lui non ne aveva mai provata una simile, e in quel frangente si espresse con la veemenza e l'ardore che ci si può aspettare da un uomo appassionatamente innamorato. Se Elizabeth fosse stata capace di guardarlo negli occhi, avrebbe potuto vedere quanto gli donasse l'espressione di vera gioia che gli si era diffusa in volto; ma, anche se non poteva guardare, poteva ascoltare, e lui le parlò di sentimenti che, rivelandole quanta importanza lei avesse per lui, le resero il suo affetto ogni istante più prezioso.

Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma

Jennifer Ehle e Colin Firth, BBC 1995


Con la stessa confidenza e la stessa complicità, i due innamorati conclamati passano a parlare (in un dialogo indimenticabile) della determinante ingerenza di Lady Catherine (uh, che smacco per Sua Signoria ritrovarsi ad essere il Cupido della situazione!), dell'impertinenza di Elizabeth (la quale ammette che, in passato, ha sottoposto Darcy ad un trattamento piuttosto... ruvido) e della strada percorsa da Darcy per diventare un monumento granitico di orgoglio. Parla della sua famiglia, dell'educazione ricevuta, in un discorso difficile, per sua stessa ammissione:
Painful recollections will intrude, which cannot, which ought not to be repelled. I have been a selfish being all my life, in practice, though not in principle. Si intromettono ricordi dolorosi, che non possono, che non devono essere respinti. Sono stato egoista per tutta la vita, nella pratica, anche se non nei principi.

Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma

Keira Knightley e Matthew MacFadyen, 2005 (Joe Wright)


Ed ecco che, al culmine di questa esposizione, Darcy riconosce il miracolo operato in lui dall'incontro/scontro con Elizabeth:
Such I was, from eight to eight and twenty; and such I might still have been but for you, dearest, loveliest Elizabeth! What do I not owe you! You taught me a lesson, hard indeed at first, but most advantageous. By you, I was properly humbled. I came to you without a doubt of my reception. You showed me how insufficient were all my pretensions to please a woman worthy of being pleased."

Il traduttore che coglie Sophie di sorpresa è già passato al "tu" molte righe fa, precisamente dal momento in cui viene rievocato lo scontro tra Lady Catherine ed Elizabeth ("Conoscevo abbastanza il tuo carattere per essere certo che se tu mi fossi stata assolutamente contraria, l'avresti detto francamente e apertamente a Lady Catherine ."), come a voler sottolineare l'impertinenza di Elizabeth con altrettanta impertinenza, quasi una vendetta post-trauma di Darcy - ma che appare del tutto estranea al momento.
Un altro traduttore, Giuseppe Ierolli, opera un'altra scelta:
Tale sono stato, dagli otto ai ventotto anni; e tale potrei ancora essere se non fosse stato per te, mia carissima, amatissima Elizabeth! Che cosa non devo a te? Mi hai dato una lezione, molto dura all'inizio, ma che mi ha procurato enormi vantaggi. Da te, sono stato giustamente umiliato. Venni da te senza alcun dubbio su come sarei stato accolto. Mi hai mostrato quanto fossero inadeguate tutte le mie pretese di piacere a una donna degna di essere amata.

Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma

Aishwarya Rai e Martin Henderson, 2004 (Gurinder Chadha)


Ecco la spiegazione di questa scelta, che vi riporto per intero perché illuminante, sotto molteplici aspetti (il difficile ed appassionante mestiere del traduttore, la genialità della scrittura di Jane Austen...): 
Talvolta scegliere come tradurre il generico "you" inglese è problematico.
In questo caso particolare posso dirti la scelta che ho fatto io nella mia traduzione.
In tutto il libro ho scelto naturalmente il "voi" tra Darcy ed Elizabeth, ma in questo capitolo c'è un "salto improvviso" anche nel testo originale, quando Darcy chiama per la prima volta Elizabeth con il solo nome di battesimo: "and such I might still have been but for you, dearest, loveliest Elizabeth! What do I not owe you!".
Quel "dearest, loveliest Elizabeth!" l'ho interpretato come una svolta, meritevole di essere evidenziata in italiano con il passaggio dal "voi" al "tu".
Devo dire di averci pensato per un po', ma poi mi sono convinto che fosse la scelta giusta, mi è venuto spontaneo scrivere prima "se non fosse stato per te" e dopo "Che cosa non devo a te!" perché incorniciare quella frase così appassionata con un freddo "voi" mi sembrava fuori posto.
Dopo ho riletto molte volte quel brano, e l'originale mi è sembrato sempre di più una sorta di "crescendo" che culminava in quel "dearest, loveliest". In termini musicali, è come se a qual punto ci fosse stato bisogno di un accordo dissonante (una settima diminuita, per esempio) per accompagnarci nella riposante tonica di "You taught me a lesson..."
Mi sono un po' dilungato, ma quando ho letto il tuo commento, mi è subito tornato in mente il momento in cui ho tradotto quel capitolo, i dubbi che ho avuto e la graduale convinzione che lì un bel "tu" (quasi uno squillo di tromba, per tornare alla metafora musicale) ci stesse proprio bene.

Solo l'amore Darcy dare Lizzy riflessione sull'eterno dilemma

Daniel Gordh e Ashley Clements, The Lizzie Bennet Diaries 2012-3


L'animo umano ha tali sfaccettature che la sua espressione più diretta, la parola, può e deve essere sempre pronta ad assecondarlo.
Se in inglese, la lingua madre di Jane Austen, il registro di un Darcy appassionato si esprime, ad esempio, con l'intimità racchiusa nel rivolgersi all'amata con il suo nome, Elizabeth, o con aggettivi evidentemente affettuosi, allora in italiano proprio la forma allocutiva, solitamente tanto ingombrante, può diventare alleata del traduttore per rendere la forza evocativa di Jane Austen.
Il segreto è, evidentemente, scegliere il momento giusto per l'attacco di questa nuova tonalità.
Chiamatela magia, se volete, ma di certo richiede un intenso lavorio in bilico tra ragione e sentimento.
Per saperne di più...
☞  La prima tappa del GdL del Bicentenario in cui si è dibattuta la scelta dell'edizione italiana
☞  Quale edizione italiana scegliere? Un tè delle cinque vi guida nella selva delle tante diverse traduzioni disponibili
☞  Il tè delle cinque dedicato alla prima traduzione italiana di O&P, pubblicata nel 1932: Quando Pride and Prejudice diventò Orgoglio e Prevenzione
Nota:
Tutte le citazioni in italiano di Orgoglio e Pregiudizio sono tratte dalla traduzione di Giuseppe Ierolli, jausten.it

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