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Solo modelle e signore annoiate nel nuovo "d" di repubblica

Creato il 23 febbraio 2010 da Afrodite
Il nuovo femminile di Repubblica non mi piace. Troppo patinato, troppa pubblicità. Grafica troppo uniforme e anche chi scrive sembra essersi adeguato a questa omogeneizzazione di forma e contenuti. Per dire, un giornalista che ho sempre amato per la sua verve come Vittorio Zucconi, ecco anche lui non graffia più. Come se non osasse irrompere in questa vetrina levigata con le sue storie di sorprendente e a volte esilarante umanità.
Mi chiedo che idea di donna abbiano a Repubblica, per aver realizzato un femminile così sideralmente lontano dalla realtà. La donna normale, quella che lavora e alleva figli, che corre tutto il giorno per tenere insieme i pezzi della quotidianità, quella proprio non c'è in queste pagine dove perfino un servizio sulle case del popolo sembra parlare di tutt'altro tanto le foto che accompagnano il testo sono in totale distonia.
Forse a Repubblica pensano che le donne di oggi siano tutte modelle (taglia 38, off course) impegnate a sfilare tutto il giorno. Oppure signore senza pensieri (che tanto c'è qualcuno che pensa a farle vivere negli agi...), intente ad abbracciare mazzi di rose gialle con l'aria imbronciata di chi si sta annoiando a morte.
L'unico servizio che ho letto fino in fondo, sarà deformazione?, è "Il kindle nella culla" di Brad Stone. Parla di bimbi che a due anni già utilizzano le Nuove Tecnologie con così grande padronanza da insegnarle ai fratelli maggiori. Mi ha fatto venire l'angoscia: è questa la realtà che ci attende?
E i giornalisti, o almeno certi giornalisti, vivono in un mondo a noi sconosciuto? Oppure è la pubblicità ormai a dettare legge?

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