Del periodo
buio vissuto dalla commedia italiana siamo tutti più o meno a conoscenza. Non
molto tempo fa c’era stata, però, tra i vari Brignano, Bisio e Ruffini - solo
per citarne alcuni – un’eccezione che portava il titolo di “Smetto quando
voglio” (2014).
Sulla stessa lunghezza d’onda del film di Sibilia sembra essersi posto “Solo per il week end”, commedia che gioca sulla sudditanza psicologica che i mercati internazionali soffrono - nello specifico quello italiano - nei confronti di quello americano. Accade dunque che una valigetta proveniente da Las Vegas arrivi a Milano rendendo il fine settimana del protagonista - scrittore mediocre, imbottito di psicofarmaci e che non soddisfa la consorte né in intimità né in altre sfere - due giorni in cui si susseguono vicende da gangester-movie. Se da un lato risulta vincente la scelta di esorcizzare il genere tramite i modi della commedia, mancano invece alcuni picchi drammaturgici - in specie troppo lento l’avvio - e appare evidente il poco riguardo nei confronti della direzione degli attori.
Nonostante questi difetti, in ogni caso, va detto che il film di Director Kobayashi- scanzonato pseudonimo di Gianfranco Gaioni – appare fondamentale per segnalare un cambio di direzione necessario nella produzione di commedie nostrane, che sarebbe il caso proseguisse sulla scia di film come “Smetto quando voglio” e “Solo per il week-end” piuttosto che su quella dei cinepanettoni e dei sottoprodotti ad essi legati. Antonio Romagnoli
