Magazine Diario personale

Solo un passaggio

Da Chiara Lorenzetti

Su questa terra siamo solo un passaggio.
Un passaggio che lascia segni  e testimonianze, ma pur sempre un passaggio.
Un passaggio che lascia affetti, rancori, decisioni, cambiamenti, ma pur sempre un passaggio.
Un passaggio che lascia ricchezze, tesori, debiti, case, opere d’arte, persuasioni, ma pur sempre un passaggio.
Di questo dovremmo imparare che mai la vita s’abbia ad essere centro di qualcosa o qualcuno. Transitiamo, non restiamo, entriamo e dopo un po’, usciamo. Per sempre.
Nessuno sconto a nessuno, nessuno che possa tornare, nessuna ricchezza accumulata che si possa conservare oltre.
Un passaggio appunto, anche se viviamo come se non finisse mai, se muoriamo che se non dovesse finire ma solo tornare, con mausolei, troni, tombe riccamente decorate, bare indistruttibili.

Teschio in pietra Certosa di Pisa ( Calci)

Teschio in pietra Certosa di Pisa ( Calci)

 

La Certosa di Pisa, in territorio di Calci, apre la mente verso altre strade, verso la semplicità dell’essere e sul non ritorno. Così dal 1366 anno della fondazione fino all’epoca della chiusura nel 1969.
Nel piccolo cimitero nel chiostro, 20 tombe a terra, nessun nome, una croce che vale per tutti.
10  tombe per i conversi, 10 tombe per i padri monaci di clausura.

Cimitero nel Chiostro della Certosa di Calci

Cimitero nel Chiostro della Certosa di Calci

I monaci e i conversi venivano sepolti avvolti in un telo e, a rotazione, i loro tumuli venivano abitati dai nuovi monaci deceduti. Se qualche ossa restava, veniva deposta ai piedi del nuovo defunto per proseguire il suo lento cammino al ritorno alla terra.
Tutti erano uguali, nessun fregio o distintivo: tutti terra e alla terra ritornati.
Nella semplicità.

La Certosa di Pisa, scorcio

La Certosa di Pisa, scorcio

Il chiostro

Il chiostro

 Chiara 



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