Magazine Diario personale

Solo una notte.

Da V

È sempre il vuoto che l’assenza del tuo peso lascia nel letto,a svegliarmi. Nel momento esatto in cui ogni centimetro della tua pelle cessa di toccare le lenzuola,io apro gli occhi.
“Tu hai lo sguardo pesante”,mi dici sempre. Lo senti addosso,lo senti aggrapparsi alla tua bocca,alla tua schiena,alle tue mani che frugano nel buio in cerca dei vestiti.

È l’unica cosa che permetto a me stessa, di attaccarsi a te.

Appoggio la schiena alla spalliera del letto – incastro le scapole nelle volute del ferro batutto- e ti osservo mentre,davanti a me,ti rivesti nel silenzio rotto solo dal fruscio dei vestiti sul tuo corpo.

Ti infili quelle stupide mutande,mentre il mio pensiero ci scivola dentro. Ancora e ancora.
Potrei fermarti.
Potrei dire,resta.
Rimango immobile.

E così la tua testa scompare nella maglia,per un istante- brevissimo- non mi vedi più. Forse,forse è in quel piccolo momento di buio che le mie labbra si muovono rapide e mute a dire, resta. Ma il tuo viso riemerge troppo tardi,per vederle.
Ti lancio i pantoloni buttati sul pavimento. Non faccio in tempo a sentirti ridere per la mia mira,che la cintura è già scivolata veloce nei passanti.

Mi guardi.

Se dicessi resta sentirei il tuo respiro sulla nuca per tutta la notte;se lo dicessi le nostre gambe,i nostri piedi si sfiorerebbero involontariamente nei movimenti lenti del sonno.
Se dicessi resta,la mia mano si aggrapperebbe alla tua Vita. Per tutta la notte. Per una sola notte.

Non ci si salva più,da sogni così.

Mi guardi.
Ti guardo.
“Okay”,dici. Con un tono che non è nulla,come noi.
La porta si chiude alle tue spalle,con un rumore sordo che lascia la stanza nel vuoto. Con dentro, me.

Resta. Solo una notte.

 

immagine dalla rete

 


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