Partiamo da una domanda semplice, e forse banale, ma necessaria: chi è Soltanto?
Soltanto è un ragazzo che a 25 anni, dopo aver terminato il proprio percorso di studi laureandosi in Scienze Politiche (con tesi sul cinema di Nanni Moretti), prova a cercare un’alternativa possibile a una vita monotona che non lo soddisfaceva. Quindi si licenzia, lascia le sue poche certezze e parte in autostop all’avventura dell’Europa, per andare a vivere facendo il musicista di strada. Da allora viaggia per portare la propria musica nelle strade che lo accolgono.
La tua è stata una scelta di vita particolare, sicuramente coraggiosa, e che ti sta dando molte soddisfazioni. Cosa significa essere un’artista di strada?
Per quanto mi riguarda significa essere sempre pronto a dare tutto te stesso per un’emozione. In questi anni la strada mi ha dato tutto. Testimonianze incredibili (l’ultima a Ferrara qualche giorno fa QUI), tantissimi nuovi amici, e persino l’amore (io e Alessandra, mia compagna da due anni, ci siamo conosciuti durante un concerto in strada). La mia gratitudine nei suoi confronti è totale, ecco perché ogni mattina, quando mi alzo, sono sempre pronto a dare tutto per la strada, fa parte di me, come un braccio o una gamba.
Parte della tua vita sembra un mix tra l’Alexander Supertramp di “Into the wild” di Sean Penn, per la scelta di mollare tutto e inseguire il proprio sogno, e Glen Hansard di “Once” di John Carney, per la somiglianza della scelta. Citando “Trainspotting“, cosa ti ha fatto scegliere la vita?
Wow! In una sola domanda hai racchiuso tre tra i film che più amo in assoluto!
La mia scelta è nata in maniera molto semplice in realtà. Ho passato anni a seguire le passioni più diverse, vivendole al cento per cento per un periodo e poi mollandole completamente di colpo. Ho cambiato decine di lavori, dal manovale in cantiere al cameriere. Ma da quando ho memoria ci sono due sole costanti nella vita che mi hanno sempre reso felice: suonare e viaggiare. Ecco perché una volta terminato il mio percorso di studi mi sono detto: se non ora, quando?Parliamo del tuo album, prodotto con Musicraiser dai fan che ti sostengono. Quando nasce l’idea di registrare un album di inediti?
In questi anni ho percorso tantissimi chilometri, molti fuori, sull’asfalto, ma ancora di più dentro, a livello personale. Le mie canzoni sono figlie di questi ultimi chilometri. Sono nate per raccontare quegli addii, quegli amori, quelle paure e quelle gioie che in questi anni hanno finalmente trovato il loro posto dentro di me. E l’esigenza di registrare un album di inediti arriva proprio dal fatto di voler condividere tutte queste emozioni con le persone che ho incontrato negli anni lungo il cammino.
Il singolo “Le chiavi di casa mia”, che un po’ richiama alla mente, solo come titolo, il film “Le chiavi di casa” di Gianni Amelio, è uscito assieme ad un video. Di cosa parla questa canzone? E il video invece?
Questa canzone nasce dal bisogno di scrivere un finale diverso a una storia d’amore di qualche tempo fa. Per anni sono stato male e mi sono chiesto come avrei potuto aggiustare tutto quel dolore. E siccome non potevo tornare indietro nel tempo per cambiare le cose, ho cercato di farlo almeno con la musica. Il video racconta quello che è successo ai due protagonisti di questa storia dopo l’abbandono. Io che ricomincio la mia vita grazie alla strada, al viaggio e alla musica, lei che ricomincia la sua a partire dalla sicurezza di casa. E al termine dei proprio percorsi, quando ci incontriamo, siamo pronti a sorriderci, perché alla fine da tutto quel dolore è nato il nostro bene.
Poi sono letteralmente innamorato di “Lettera a Rose“, che racconta un aneddoto della vita straordinaria di Matteo Terzi, in arte Soltanto. Mi racconti qualche altro aneddoto che non sei ancora riuscito a cantare?
Eheh ce ne sarebbero davvero a centinaia… ti racconto questo. Un giorno ero a suonare a Girona, in Spagna. A un certo punto mi passa davanti un vecchino, al quale cerco di sorridere, ma lui non me ne da il tempo perché si gira dall’altra parte. Dentro di me penso: ma guarda questo che pregiudizi del cavolo che deve avere, sono un musicista di strada mica un accattone… volevo solo donargli un sorriso, sperando di riceverne uno a mia volta! Dopo qualche minuto ritorna, e in mano ha un sacchetto con dentro due panini, un acqua e un mandarino, che mi aveva preparato nel frattempo a casa sua. E’ stato il pranzo più ricco e saporito di tutti i miei viaggi (ride)
Hai girato l’Italia e l’Europa ed il tuo pubblico è il più eterogeneo che esista, dai bambini agli anziani. Ci racconti cosa significa entrare in contatto diretto, senza transenne o grossi palchi, con le persone che ascoltano la tua musica e ti sostengono?
E’ tutto, è veramente tutto. Il rapporto che cerco di instaurare è sempre di uno a uno e non di uno a molti, proprio perché io vivo delle emozioni che ricevono le persone dalla mia musica. Se un giorno dovessi smettere di ricevere tutto questo cambierei lavoro, cambierei vita, non ho dubbi.
Se la tua vita fosse un film, quale sarebbe?
Penso “Io & Annie”, di Woody Allen, che è il mio film preferito in assoluto.
E chi sarebbe il regista del film sulla tua vita?
Tim Burton eheheh
Giocando un po’,mi dici un regista\attore che vorresti vedere tra il tuo pubblico, uno con cui ti piacerebbe duettare ed uno con cui andare al cinema?
Nanni Moretti tra il pubblico, Johnny Depp in strada insieme a me… mentre al cinema ci andrei con Javier Barden… e una squadra di rugbisti ingrugniti che gliele suonino visto che la mia ragazza lo ama alla follia
Mi hai confidato che sei un amante di Woody Allen, per cui apprezzerai il nome che abbiamo scelto per il nostro sito, Nanni Moretti e Truffaut. Ci racconti quando nasce la passione verso questi registi?
Apprezzo eccome (ride). La passione verso questi registi è nata dal fatto che hanno una filmografia coerente. Voglio dire che sono tutti registi che hanno cercato di mettere molto di se stessi, della propria vita, nei loro film. E questo per me è il significato più alto che si possa dare all’arte. Fare bei film (o belle canzoni) e basta, è troppo poco. Come diceva Truffaut: “il cinema è il linguaggio di un autore, non di un “metteur en scène”".
In esclusiva per www.ildormiglione.net, qual è l’ultimo film che hai visto? Ci faresti una recensione?
Ho visto “Little Miss Sunshine” l’altro ieri in DVD… un film davvero fantastico in cui i personaggi ti entrano dentro al cuore da subito e le immagini scorrono con profonda semplicità, in un vortice di emozioni che fanno del film vita allo stato puro, per davvero!
Per concludere, sperando ovviamente di incontrarti presto e fare nuovamente una chiacchierata con te, quali sono i progetti per il futuro, oltre girare ancora l’Europa e l’Italia con la tua chitarra?
Mi piacerebbe prendermi una vacanza (ride). Qualche settimana per tornare a girare le valli e i monti del Trentino, terra che amo profondamente.