Kairos è una parola che nell’antica Grecia significava “momento giusto o opportuno” o “tempo di Dio”. Gli antichi greci avevano due parole per il tempo, kronos e kairos. Mentre la prima si riferisce al tempo logico e sequenziale la seconda significa ” un tempo nel mezzo”, un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade. Ciò che è la cosa speciale dipende da chi usa la parola. Chi usa la parola definisce la cosa, l’essere della cosa. Chi definisce la cosa speciale definisce l’essere speciale della cosa. È quindi proprio la parola, la parola stessa, quella che definisce l’essere speciale. Mentre chronos è quantitativo, kairos ha una natura qualitativa. Come divinità Kairos era semi-sconosciuto, mentre Crono era consideratto la divinità del tempo per eccellenza.
Si comprendono allora le espressioni di Pindaro (Pyth., IX 78-79) secondo il quale kairos è il punto culminante di qualsiasi cosa e di Sofocle (El., 75 sgg.) che lo identifica con l’ordinatore di ogni grande opera.
Oggi viviamo un tempo in cui il Kairos – il tempo dell’occasione e dell’opportunità – torna ad essere decisivo. Le coincidenze, l’atmosfera, sono aspetti essenziali del tempo inteso come Kairos, tempestas, weather, tempo propizio, tempo speciale. Lo stato dell’atmosfera è il vento, la perturbazione che si avvicina. Ma anche l’atmosfera che regna sul nostro pianeta, nave globale, e il pensiero che si va formando nella mente delle istituzioni internazionali (i deboli capitani di oggi), è la percezione dell’evento eccezionale, la rottura della continuità che incombe. In quel momento il capitano, estraneo al tempo cronologico, vive nel kairos, nel weather. E’ tutt’uno con la tempesta. Ciò che conta, ciò che determina la sua decisione, è l’insieme delle sensazioni che prova. Niente può alleviare il compito di chi deve prendere decisioni. E la decisione del capitano, dell’imprenditore e di ogni manager, sta nell’abbandonare il controllo, nel contraddire il manuale. La capacità di muoversi nell’incertezza ci appare dunque come la manifestazione forse più ricca dell’intelligenza di chi governa, in politica, in Azienda, ma anche nella propria vita.
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