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“Somewhere” di Sofia Coppola

Creato il 21 luglio 2011 da Cinemaleo

“Somewhere” di Sofia Coppola

2010: Somewhere di Sofia Coppola

uscita italia: 3 settembre 2010   uscita usa: 22 dicembre 2010

“Somewhere” di Sofia Coppola
“Somewhere” di Sofia Coppola

Incoronato con il Leone d’oro a Venezia 67, il film ha diviso nettamente la critica.

“Incantevole e bello… è divertente, intelligente, delicato, riuscito benissimo, ammirevolmente interpretato” (La Stampa), “Al quarto film si comincia a notare che Sofia Coppola ha poco da dire” (L’Unità), “…il quadro alla fine risulta un po’ inerte, se non addirittura furbesco” (Il Corriere della Sera), “Ritroviamo tutta la bravura di Sofia Coppola che racconta con perfetti dettagli…” (Il Foglio), “Un film poetico” (Il Tempo), Somewhere manca di vera profondità” (Avvenire).

Minimalista ed estremamente essenziale nel descrivere avvenimenti (quasi del tutto assenti) e personaggi, privilegiando il silenzio ai dialoghi, il film ruota tutto intorno al protagonista: apatico e vuoto, indifferente a tutto, umanamente arido, edonista annoiato e incapace di qualsiasi emozione, esistenzialmente immobile… un prolungato e inaspettato incontro con la figlia undicenne lo salverà (forse…).

Difficile esprimere un parere su un film apparentemente semplice ma in realtà molto complesso, un film lento e ripetitivo in cui nulla sembra accadere e che procede per piccole sfumature e piccoli dettagli… mettendo a volte a dura prova la pazienza dello spettatore.

Il tema trattato è senza dubbio interessante e di stretta attualità, encomiabile il rifuggire da qualsiasi ombra di melodramma e di retorica (l’argomento si prestava facilmente…) ma il quadro che ci troviamo di fronte ci lascia piuttosto freddi e scarsamente coinvolti. Impossibile identificarsi col protagonista, difficile l’empatia con un personaggio di cui intuiamo la sofferenza ma non le motivazioni. Trovo pertanto giusto il giudizio che del film dà Lorenzo Pedrazzi (Spaziofilm) che mi sembra opportuno riportare: “Manca… l’emersione di un sentimento. Strano a dirsi, ma Somewhere è un film più di testa che di cuore, e che solo con la testa può essere apprezzato. Se ne possono apprezzare le sfumature di linguaggio, e il loro legame con il contenuto narrativo, ma non le emozioni; perché nonostante alcuni momenti di tenerezza (pochi, in realtà), il rapporto fra Johnny e la figlia “ritrovata” non sussurra quei sentimenti che era lecito aspettarsi, non coinvolge, non commuove, resta sulla superficie degli animi in gioco. L’impressione è che la sceneggiatura non riesca a esprimere quel senso di necessità profonda, intima, che univa gli altri personaggi del cinema di Sofia, e che tanto sapeva conquistare l’immaginazione del pubblico più sensibile.
Ma stavolta il contatto emotivo non funziona, e il rischio che l’opera assuma i caratteri di un freddo esercizio di stile sono evidenti. Peccato, davvero”
.

p.s.

Gran parte del film si svolge nel celebre Chateau Marmont, l’hotel di Los Angeles dimora abituale di molte star hollywoodiane e dove, a causa di una overdose, morì John Belushi.

 

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