Un titolo di nicchia, storicamente legato ad un'utenza di appassionati, tenta la via del free to play
Lo sviluppo di Silent Hunter Online è, quantomeno sulle prime, controintuitivo. La serie, da anni impegnata a mettere i giocatori al comando di potenti sottomarini da guerra, si è nel tempo ritagliata una fetta di fedelissimi che, per quanto magari numericamente non raggiungano cifre da record, hanno reso possibile lo sviluppo di un numero consistente di capitoli. Non si tratta di un generico prodotto hardcore come può essere Heroes of Might & Magic, che comunque ha caratteristiche tali da rivolgersi ad un bacino potenzialmente ampio di giocatori appassionati di strategia e giochi di ruolo. No, qui le meccaniche e l'idea stessa di riprodurre la vita di un ufficiale di sommergibile comportano lunghe e lente sessioni di gioco, dove la passione per la materia dev'essere necessariamente una condizione di partenza. Insomma, una nicchia ristretta di gente disposta a pagare un quarantina di euro per portarsi a casa una volta ogni due anni un nuovo episodio. Silent Hunter Online rappresenta insomma un rischio: il tentativo di far gola ad un pubblico più vasto grazie alle sirene della gratuità non deve per nessun motivo corrispondere ad un impoverimento del gameplay. Un operazione per nulla semplice, che abbiamo provato in anteprima ma nel corso di un evento tenutosi presso la sede di BlueByte Studios. Silent Hunter Online - Teaser Gamescom 2012
In agguato
Il gioco, attualmente in closed beta in Germania, non si differenzia dalle precedenti installazioni e, pur girando in Flash all'interno di un browser, riprende gran parte delle caratteristiche tipiche della serie. Creato un account si viene lasciati a mollo nelle complesse acque Atlantiche della Seconda Guerra Mondiale, fronte tedesco. Le battaglie non sono storiche e d'altra parte gran parte delle operazioni consisteva in incursioni volte a colpire obiettivi specifici, ma i mezzi, le armi e le strumentazioni riproducono quelle che i trentamila soldati teutonici allora impegnati sui sottomarini avrebbero trovato all'interno degli enormi, pericolosissimi gusci di acciaio pensati per le profondità oceaniche.
Allora circa due terzi di quel particolare contingente non fece ritorno a casa e oggi una simile percentuale di insuccesso viene sbattuta in faccia al giocatore di Silent Hunter Online che non presta attenzione a quanto gli accade attorno. E non sfrutta appieno tutti gli strumenti a sua disposizione. Come al solito l'azione viene inquadrata dall'occhio circolare del periscopio, che mostra quanto accade in superficie in tre dimensioni, e dalla mappa utile sia a capire la propria posizione e quella degli avversari, sia a pianificare gli attacchi. Come sempre infatti, le distanze e i tempi dilatati necessari ai missili per colpire richiedono grande precisione, un perfetto posizionamento e magari l'uso degli strumenti di disegno per calcolare la giusta traiettoria. Il tempo speso a "sparare" si riduce ad una cifra irrisoria in termini percentuali, mentre il grosso della partita la si passa a dosare velocità e potenza dei motori, a trovare la giusta traiettoria e a non farsi individuare. Può essere la miglior forma di divertimento videoludico oppure la più noiosa, di certo è dannatamente complessa e pur con qualche esperienza pregressa ci ha richiesto del tempo per prendere la mano e tornare a padroneggiare i sistemi di base. Per fortuna in qualsiasi istante i sotto ufficiali disegnati nella parte alta dello schermo possono essere interpellati per aiutarci su singoli aspetti dell'esperienza, che si tratti di un problema di manovrabilità oppure un dubbio su un colpo da sparare. Specialmente quando si viene scoperti e i nemici tentano manovre diversive e bisogna ricordarsi diecimila cose contemporaneamente, questo tipo d'aiuto diventa fondamentale e Ubisoft probabilmente fa conto su questa facilitazione "accessoria" per rendere l'impatto con il gioco meno traumatico per i nuovi arrivati. Di sottomarini in totale ce ne sono una decina e all'interno del proprio quartier generale è possibile personalizzarne la dotazione, cambiare i sotto ufficiali e via dicendo. Le micro transazioni avranno ovviamente un loro impatto in tutto questo ma l'idea è quella di barattare la spesa di qualche euro con alcune ore di gameplay, senza che nulla sia irraggiungibile dai giocatori non paganti. La componente multiplayer dell'esperienza verrà invece demandata da una parte alla crescita persistente del proprio account e alle missioni cooperative, dall'altra ad una sorta di grande campagna globale, con territori da conquistare e difendere, nuove missioni da sbloccare e una mappa sulla quale provare ad imporre il proprio marchio. La varietà di obiettivi inseriti sarà perciò fondamentale per mantenere acceso l'interesse anche a distanza di tempo. Un compito non semplice perché, dal poco provato e dall'idea che ci siamo fatti parlando con alcuni sviluppatori, qui si tratta di riuscire a creare due giochi diversi. Il primo è un free to play bilanciato e interessante capace di attrarre nuovi utenti, il secondo è il solito Silent Hunter che l'appassionato storico non intende per alcun motivo lasciarsi alle spalle. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla realizzazione del gioco, è complesso e ricco di opzioni, ma se questo difficilissimo compito verrà portato a termine con successo è ancora tutto da vedere.