23 novembre 2011 Lascia un commento
Sokurov e la Grande Musica, amore mai celato e certamente corrisposto.
Shostakovich, il grande compositore sovietico arriva, torna e ritorna in tutta la sua filmografia, nei dialoghi con Rostropovich, cosi’ come in infiniti inserti musicali e non di meno in un documentario diretto a quattro mani, completamente dedicato alla sua vita.
Mediometraggio composto da materiale di repertorio ed e’ evidente che il lavoro compiuto e’ sul testo e sull’accento col quale presentare la vita di uno dei piu’ importanti musicisti sovietici, meglio dire russi, del XX secolo.
La precisazione e’ necessaria dal momento in cui la cecita’ politica del regime e’ sovente usata in opposizione all’arte del Maestro.
Shostakovich fu di certo un innovatore, spesso difficile da definirsi popolare escludendo l’uso politico che il regime fece della potente settima sinfonia durante il secondo conflitto mondiale, sinfonia del resto creata allo scopo di risvegliare l’orgoglio nazionale e contribuire alla guerra anche tramite l’apporto psicologico della musica e delle arti tutte.
Oltre questo pero’ la diffidenza e l’ostracismo tra il compositore e il potere tentacolare e soffocante del regime, si compose di continui bracci di ferro che terminarono con la morte di Stalin e progressiva riabilitazione da parte del potere che non pote’ esimersi dal riconoscerne la grandezza.
Ecco quindi tornare due tra i leitmotiv cari a Sokurov, musica e lotta all’arroganza del regime e ancora una volta la vita di un grande personaggio diviene metafora e portavoce del regista.
Documentario certo didascalico ma non meno poetico nel racconto delle ultime ore di Shostakovich e tecnicamente notevole nella parte centrale sull’entrata in guerra dell’Unione Sovietica.
Occasione straordinaria per conoscere il grande compositore e un Sokurov alle prime armi ma con le idee gia’ molto chiare.
Shostakovich, il grande compositore sovietico arriva, torna e ritorna in tutta la sua filmografia, nei dialoghi con Rostropovich, cosi’ come in infiniti inserti musicali e non di meno in un documentario diretto a quattro mani, completamente dedicato alla sua vita.
Mediometraggio composto da materiale di repertorio ed e’ evidente che il lavoro compiuto e’ sul testo e sull’accento col quale presentare la vita di uno dei piu’ importanti musicisti sovietici, meglio dire russi, del XX secolo.
La precisazione e’ necessaria dal momento in cui la cecita’ politica del regime e’ sovente usata in opposizione all’arte del Maestro.
Shostakovich fu di certo un innovatore, spesso difficile da definirsi popolare escludendo l’uso politico che il regime fece della potente settima sinfonia durante il secondo conflitto mondiale, sinfonia del resto creata allo scopo di risvegliare l’orgoglio nazionale e contribuire alla guerra anche tramite l’apporto psicologico della musica e delle arti tutte.
Oltre questo pero’ la diffidenza e l’ostracismo tra il compositore e il potere tentacolare e soffocante del regime, si compose di continui bracci di ferro che terminarono con la morte di Stalin e progressiva riabilitazione da parte del potere che non pote’ esimersi dal riconoscerne la grandezza.
Ecco quindi tornare due tra i leitmotiv cari a Sokurov, musica e lotta all’arroganza del regime e ancora una volta la vita di un grande personaggio diviene metafora e portavoce del regista.
Documentario certo didascalico ma non meno poetico nel racconto delle ultime ore di Shostakovich e tecnicamente notevole nella parte centrale sull’entrata in guerra dell’Unione Sovietica.
Occasione straordinaria per conoscere il grande compositore e un Sokurov alle prime armi ma con le idee gia’ molto chiare.