Sondaggio: Aspettando “Proibito” di Suzuma Tabitha

Creato il 29 novembre 2010 da Nasreen @SognandoLeggend

Ragazzi, il sondaggio “Aspettando “Proibito” di Suzuma Tabitha” è chiuso e terminato. I risultati di questo sono piuttosto interessanti. La maggior parte delle persone, infatti,ha asserito che, sì, è innegabilmente giusto parlare di qualunque cosa nei libri ma che, in realtà, l’importante non è tanto “Cosa” si dice ma bensì “Come si dice”.

Contrariamente alla realtà, molti autori sono convinti di poter giustificare la loro inettitudine classificando il loro romanzo “Per ragazzi…” , come se i giovani fossero una qualche specie di essere umano minorata pronta a scusare uno stile di scrittura acerbo, mediocre o semplicemente farcito di stupidità.

Conseguenzialmente, questi autori si trovano ad asserire e a sostenere un paradosso: da una parte sono convinti di poter scrivere qualunque stupidata gli passi per la testa perché “tanto sono ragazzi e quindi…” e, da un’altra, sono convinti che, dopotutto, sono “solo” libri per ragazzi e che tanto i giovani di oggi sono “svegli” ergo: possono sbizzarrirsi come meglio credono. Devo ancora comprendere come facciano a crederci ma tant’è che molti sostengono questa tesi.

In realtà scrivere un romanzo per ragazzi è difficile circa 30 volte tanto rispetto alla stesura di un romanzo per adulti. Un adulto, innanzitutto, possiede un bagaglio culturale e di esperienze che gli consentirà di non lasciarsi abbacinare da tesi e insegnamenti sbagliati e, da non dimenticare, lo spirito critico di un adulto tende a essere molto forte. Pochi adulti (almeno si spera!) finiranno per osannare un romanzo solo perché “a tutti piace”.

Tornando al quesito del Sondaggio: “Un libro YA può parlare di tutto?

La risposta in realtà è SI e NO. Per quale motivo? Semplice. In realtà non dipende dall’argomento trattato ma dalla capacità dell’autore nel farlo. Si può parlare di autolesionismo, anoressia, bulimia, morte, perversioni sessuali, incesto… E questi sono solo alcuni degli argomenti più controversi. Sì, in effetti si PUO’ scrivere di questi argomenti ma va fatto con estrema attenzione perché le menti giovanili sono spugne che assorbono informazioni senza curarsi troppo dei “perché”.

E qui che entrano in campo altri fattori complessi. Bisogna scrivere seguendo la morale comune? Bisogna scrivere seguendo dei dogmi religiosi (esempio: un libro che esalta in modo esasperante il sesso dopo il matrimonio)?

A mio avviso la risposta è che ogni autore dovrebbe scrivere con onestà intellettuale, maturità e con la lungimiranza necessaria per prevedere, almeno a grandi linee, come prenderà un ragazzo le sue parole.

E’ ovvio e inscindibile che un autore particolarmente cattolico potrà sostenere il sesso dopo il matrimonio, poichè, ai fini puramente pratici, non causerebbe un “danno” se dei giovani credessero a prescindere alle sue parole. Prima o poi, crescendo, avranno la possibilità di farsi un’opinione propria senza, nel frattempo, commettere errori irreversibili.

Diverso è il concetto di “preservativo=male assoluto” che potrebbe sostenere un cattolico estremista. In questo caso il suo pensiero, se influenzasse dei giovani, potrebbe creare gravissime conseguenze, anche se, come adulto – e magari sposato -, questo pensiero non rappresenti altro che una convinzione religiosa, tutto questo un giovane non lo pondera prima di decidere di darsi alla bella vita senza protezione.

Ovviamente questi sono casi estremi ma assolutamente plausibili.

In passato è accaduto di leggere di giovani esordienti che scrivessero romanzi per Young Adulti (giovani fino ai 16 anni) contenti dei modelli piuttosto sbagliati.

Parliamo di ragazzine estremamente libertine e osannate per questo motivo dalle amiche; parliamo di ragazze incredibilmente magre e apprezzate unicamente per questo loro aspetto fisico; amiche sovrappeso afflitte da grosse depressioni e insicurezze derivanti da questo loro essere “più grosse di…” che invece di essere aiutate e spronate venivano compatite e offese…

Nella società di oggi, presentare questi modelli, è sbagliato. Seppur plausibili, nel senso che senza dubbio sono reali e concrete queste circostanze, è altrettanto vero che non serve dare “ragione” alle ragazzine la cui convinzione è che essere una taglia 40 sia tutto nella vita o confermare ad un’adolescente che l’importante è unicamente essere belle, magre e disponibili. Altrettanto sbagliato è presentare dei bulletti di quartiere che hanno uno stuolo di ragazze adoranti e che, alla fine, otterranno quella più bella e affascinante di tutte.

E’ un argomento complesso e fortemente controverso quindi, a questo punto, sarebbe bello poter leggere cosa ne pensate Voi, lettori di Sognando Leggendo, in proposito.

Pensate che gli autori siano responsabili di ciò che scrivono?

Credete che sia compito esclusivo degli adulti che circondano i ragazzi (anche se stiamo parlando di giovani uomini e donne quindi sarebbe difficile a priori far cambiare loro idea. Sempre meglio prevenire che curare…)?

Diteci cosa ne pensate! A voi la parola…


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