La casta padana non è, come qualcuno erroneamente potrebbe credere, una ragazza lombarda molto morigerata, tutt’altro. La curiosa definizione venne usata nell’ottobre 2010 da un blog di Rifondazione, che riprendeva con titolo colorito la clamorosa inchiesta della Procura di Sondrio, che aveva lanciato un’indagine sugli appalti del Comune di Traona. link
Avvisi di garanzia per tutti, per il sindaco Marco Belli, tecnici, imprenditori… un elenco da colmare una pagina. Tra i tanti, ecco Camillo Carnazzola, l’intraprendente imprenditore cavatore al centro di casi particolari, disavventure, critiche. Non che lassù si parli solamente di lui: di cave però si discute intensamente. E ci sono diversi motivi, anche per chi non porta la toga.
Innanzitutto i prati del Ranèe: quelli devono sparire, sostituiti da una grossa cava. Guardando i prati e ammirandone la bellezza, considerando anche il terreno agricolo di pregio, si resta sottosopra. Non ci si capisce nulla. Ma che modo è di amministrare questo?
Dopo la vittoria di Maroni, caso singolare, è riemerso allegro e pimpante il Camillo Carnazzola. Il fatto è che egli ha avuto diritto, si badi, proprio diritto di espropriare i terreni. La minaccia pendeva da tempo, ora è realtà. Prati e terreni agricoli non sono più dei proprietari originari ma del Carnazzola e della sua ditta di escavazioni di sabbia e ghiaia. L’assurdità è che i torrenti da cui cavare ci sono, come sostiene il comitato, eppure le ruspe e gli escavatori saranno puntati sui prati del Ranèe,
Scorre appresso l’Adda eppure Carnazzola vuole squarciare i prati. E ne ha piena facoltà! A meno che la Commissione europea intervenga ascoltando la voce dei verdi prati, cioè del comitato che li difende con l’europetizione riportata sotto.
Curiosamente il Comune di Traona ha chiuso il 12 febbraio di quest’anno con un’ordinanza la cava di inerti che la ditta Carnazzola sfruttava grazie ai lavori compiuti negli anni Cinquanta per una centrale Enel. Scavi imponenti per creare una galleria, anzi eccessivi per il Comune di Traona, che ora vuole essere risarcito link. Dunque la ditta ha una lunga storia e vanta rapporti di primo piano con lo Stato.
Complicazioni per la stessa ditta Camillo Carnazzola a Colorina, sempre in provincia di Sondrio. Addirittura la ditta, incarica di riasfaltare alcune strade, non avrebbe compiuto i lavori a regola d’arte. La giunta provinciale Berselli ha effettuato controlli in laboratorio: uso di materiale scadente. Così ecco Carnazzola ricorrere al Tar, secondo la notizia uscita il 24 aprile 2012.
Una tempesta di sabbia e ghiaia in montagna, dove ci si immaginerebbe tutt’altro paesaggio. Non resta che prepararsi al peggio. Anche in questo blog il pericolo di uno stravolgimento viene descritto in modo minuzioso: altarezianews.it.
Segue la petizione europea.
45.284813 9.845890