Magazine Cinema
dei Manetti Bros. (Italia, 2014)
con Alessandro Roja, Giampaolo Morelli, Carlo Buccirosso, Serena Rossi, Peppe Servillo, Paolo Sassanelli
durata: 114 min.
★★★★☆
Se i Manetti Bros. fossero americani e lavorassero a Hollywood, probabilmente a quest'ora sarebbero sepolti dai soldi e avrebbero qualche oscar in bacheca. Invece per loro sfortuna sono nati e vivono a Roma, e per il cinema italiano sono praticamente degli alieni: nel nostro paese, è risaputo, non c'è più posto per quello che una volta veniva definito 'cinema di genere'... lo stesso cinema che, per intenderci, negli anni '70 andava per la maggiore e faceva la fortuna dei produttori: pur snobbato, infatti, da critici e cinefili dal palato fino, la gente affollava le sale per vedere i cosiddetti 'poliziotteschi', ovvero quei film a basso costo e con tanta azione, facenti il verso alle più celebrate pellicole americane dell'epoca (erano gli anni di Serpico e L'ispettore Callaghan) che, seppur di grana grossa, piacevano da matti al pubblico medio e meno smaliziato.
E che i Manetti Bros. amassero questo tipo di cinema lo si è capito subito, fin dai loro esordi: senza paura di venire esiliati dalla critica nostrana hanno diretto autentici gioiellini dei generi più svariati, passando con disinvoltura dall'horror (Paura 3D), alla fantascienza (L'arrivo di Wang), al fumetto (Zora la vampira), fino a tornare al loro primo amore (il poliziottesco, appunto) con questo Song 'e Napule, pellicola cultissima che omaggia dichiaratamente il genere, con chiari rimandi alle figure di riferimento dell'epoca, da Tomas Milian a Maurizio Merli, Enrico Maria Salerno, Franco Nero... qui l'interprete di culto è senz'altro Giampaolo Morelli, ormai attore-feticcio dei fratelli Manetti e già celebre per la serie televisiva L'ispettore Coliandro, che ha il physique du role (leggi faccia da schiaffi e muscoli gonfiati al punto giusto) perfetto per il ruolo. Song 'e Napule aggiorna ai nostri tempi tutti gli stereotipi del caso, portandoli volutamente all'eccesso senza tralasciarne nemmeno uno: poliziotti cinici e disillusi, ferrei tutori della legge, banditi spietati e sadici, immancabili inseguimenti fra i vicoli tortuosi della città con profluvio di sparatorie...
Siamo (lo avrete intuito) a Napoli. Paco (Alessandro Roja), giovane musicista disoccupato, viene assunto in Polizia tramite una forte raccomandazione. Confinato con reciproca soddisfazione (sua e dei superiori) nel più invisibile degli uffici interni, un giorno il suo nome sale alla ribalta a causa delle sue doti musicofile: sarà infatti il tipo perfetto, insospettabile, per infiltrarsi nel mondo dei cantanti neomelodici partenopei allo scopo di stanare il pericolosissimo boss camorrista Ciro Serracane (Peppe Servillo). Lo farà facendosi assumere come pianista nel gruppo dell'idolo locale Lollo Love (Gianpaolo Morelli), chiaramente colluso con le cosche. Il compito di Paco, già di per sè non facilissimo, sarà reso ancora più complicato a causa della bellissima sorella del cantante (Serena Rossi) di cui Paco s'innamora perdutamente...
Song 'e Napule è un film godibilissimo e stilisticamente perfetto, tutt'altro che nostalgico, carico di tensione, intrigo e humour da vendere. Non è affatto una presa in giro verso Napoli e le contraddizioni di una città unica nel suo genere, anzi: lo sguardo dei Manetti Bros. è rispettoso e affascinato, la bellissima fotografia 'illumina' magistralmente le viuzze del capoluogo partenopeo, restituendoci una città piena di spirito, tumultuosa e talentuosa, oppressa dalla criminalità ma mai vessata fino in fondo. Lo sguardo, allargato, di un Paese che avrebbe tutte le possibilità di emergere e reagire, se solo avesse voglia di farlo.
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