Sonno profondo è il mio secondo libro di Banana Yoshimoto.
Rispetto alla lettura precedente questa mi è piaciuta decisamente di più.
Nel dettaglio si tratta di tre racconti che hanno in comune la notte con sue varie sfaccettature.
Come già detto più e più volte, non sono un amante dei racconti e anche questa volta mi sento di confermare la mia caratteristica.
Tuttavia ho trovato delle sensazioni e delle descrizioni di stati d’animo, specie nel primo racconto, che mi hanno reso il libro più gradito rispetto a quelle che potevano essere le mie aspettative.
Più che il rapporto con la notte, elemento guida del racconto e del libro intero, ciò che mi ha interessato è stata la descrizione di come la protagonista vive la complicata storia con il suo compagno.
Un modo di pensare e di vivere le cose continuamente in evoluzione, dove in ogni momento può sorgere un dubbio o nascere una certezza.
Un esempio di situazione interiore che aiuta a comprendere come tante persone possano avere atteggiamenti diversi apparentemente non legati a quanto accade intorno a loro.
La cosa mi incuriosisce ed appassiona, pur mancando a volte di quella coerenza necessaria.
I tre racconti del libro hanno una struttura e una comunicatività diversa l’uno dall’altro.
Il secondo è quello che contiene la maggior parte di mistero per il comportamento di una delle protagoniste.
Nel terzo invece, la scrittura della Yoshimoto scopre il suo lato peggiore.
Non tanto dal punto di vista stilistico, quanto dal punto di vista narrativo, non riuscendo a trasmettere quelle emozioni che la trama dovrebbe suscitare.
E’ un racconto in prima persona e, come riportato dalla stessa autrice nelle note finali, dovrebbe contenere anche un qualche componente autobiografico; la cosa che ci si attende è dunque un coinvolgimento emotivo forte.
Purtroppo le emozioni non arrivano al cuore del lettore e più che una storia in prima persona sembra di ascoltare qualcuno che riferisce il racconto di un’altra persona.
Tempo di lettura: 2h 44m