“Beta HCG = 18.805, 5 o 6 settimane!” mai mi sono sentita così radiosa, una grande gioia che invade tutto, corpo e mente, ma subito ho cominciato a pensare “allora mi devo preparare … devo fare questo e questo… poi chissà se va tutto bene… devo chiamare il ginecologo, devo fare tutti i controlli…”
Questo solitamente è il vissuto di una donna che si scopre in attesa, almeno in una situazione in cui la coppia è d’accordo sull’avere un figlio. Nonostante la felicità per la realizzazione del proprio desiderio di maternità, i pensieri cominciano ad essere contaminati da ansie e paure legate ai cambiamenti a cui si andrà in contro: se per chi aspetta il primo figlio le paure sono generalizzate per lo stato di inconsapevolezza legato all’inesperienza, per chi è già madre l’esperienza non salva dallo sperimentare altri timori e preoccupazioni.
In realtà ogni gravidanza comporta un cambiamento estremo nella vita di una donna, sia per quanto riguarda l’aspetto fisico, che psicologico, quindi si richiede una grande capacità di adattamento che permetta una riorganizzazione delle risorse cognitive, emotive e relazionali. E non sempre ciò si realizza, creando chiaramente una serie di difficoltà.
Le paure che naturalmente accompagnano la gravidanza si possono distinguere in tre grandi categorie:
- La prima è quella che riguarda il bambino e la sua salute (es. sarà sano? La gravidanza procederà bene? Avrò qualche malattia che possa compromettere la salute del bambino?)
- La seconda è quella che riguarda se stesse come donna, (sarò più grassa? Non riuscirò più a tornare in forma? Riuscirò a resistere al dolore? Piacerò ancora a mio marito? Riuscirò a fare l’amore come prima dopo avere partorito? Riuscirò a tornare al lavoro in forma? Riuscirò a fare bene il mio lavoro dopo? )
- La terza è quella riguarda se stesse come madre, (sarò una buona madre? Saprò cambiare il pannolino? Saprò fasciare l’ombelico? Riuscirò a calmarlo quando piangerà? Come farò a non far intromettere mia madre o mia suocera? Riuscirò ad educarlo bene?)
Se mi informo sarò più preparata!
Nell’attesa dell’arrivo del bambino il comportamento più frequente è proprio quello di andare a caccia di informazioni e notizie che portino a pensare di avere più controllo su tutte queste paure: se di per se questa tendenza è positiva perché permette alla gestante di capire cosa accadrà e come comportarsi al meglio, quando viene esasperata può provocare non pochi problemi. Questo comportamento infatti può diventare rischioso perché le informazioni a cui si può accedere in autonomia, specialmente da internet se non prodotte da persone competenti, possono in realtà produrre nuovi dubbi, oppure generare conoscenze totalmente scorrette che vanno ad alimentare le paure di fondo.
Secondo te cosa dovrei fare?
Un altro comportamento tipico di questo periodo è quello di chiedere consiglio e rassicurazioni a tutti (amici, parenti, medici): se in generale il condividere l’esperienza della gravidanza, parlando dei propri vissuti con le persone più vicine è comunque un elemento positivo, farlo sempre e con tutti può portare ad una ricerca costante di una rassicurazione all’esterno di sé, che produce un aumento della confusione e possibili manifestazioni ansiose, con il rischio di sentirsi meno sicure, meno adeguate al confronto con le altre persone, permettendo agli altri di diventare intrusivi nei propri confronti.
Cosa possono fare le persone che mi stanno vicine?
Nella maggior parte dei casi è molto importante che il partner riesca a sottrarsi ad un irrigidimento del dialogo della coppia su questi temi cercando di ascoltare i timori della donna, di rassicurarla spostando anche l’attenzione su altri argomenti, evitando che la gravidanza prenda tutto lo spazio del dialogo di coppia. La stessa cosa possono fare tutte le altre donne che sono più vicine alla gestante, (madre, suocera e amiche) evitando di cedere a tutte le richieste di rassicurazione che la donna può fare, se sembrano eccessive e ripetitive, provando ad ascoltare le sue preoccupazioni piuttosto che invadere lo spazio comunicativo con i racconti dettagliati della propria gravidanza e parto. La cosa più utile invece è rivolgersi a tutte quelle attività per gestanti che permettono di prepararsi in modo corretto sia alla progressione della gravidanza che all’arrivo del bambino, di incontrare altre donne nella stessa condizione, quindi con le stesse paure, che siano però svolti da personale competente e preparato ad affrontare questi temi, a cui chiedere consigli e informazioni corrette.
Quando rivolgersi ad uno specialista?
Quando dubbi e confusione superano comunque una soglia di guardia allora è bene rivolgersi ad uno specialista psicologo e psicoterapeuta, che possa intervenire con delle tecniche di consulenza mirata e focalizzata sulla risoluzione di difficoltà temporanee facilitando la riorganizzazione delle risorse dell’individuo ed evitando che, da una situazione problematica, si passi ad una patologica in un’ottica di effettiva prevenzione. Il rischio più grande è che se le paure prendono il sopravvento, la gestante debba mettere in atto veri e propri comportamenti di organizzazione, precauzione e controllo, molto faticosi e che le impongono numerose rinunce, rispetto a tutti i rischi possibili per proteggere se stessa e il bambino in arrivo e tenere a bada la propria ansia: in questo caso probabilmente siamo già di fronte ad un disturbo strutturato di tipo ossessivo compulsivo che richiede però un intervento di tipo specialistico attraverso la psicoterapia.
AUTORE:
Dott.ssa Barbara Moreschini – Psicologa e Psicoterapeuta – Specializzata in Psicoterapia Breve Strategica
Si occupa di:
- Disturbi d’ansia (attacchi di panico, ansia generalizzata, fobia sociale, disturbo post-traumatico da stress, fobie specifiche, ossessioni e compulsione, disturbi somatoformi come ipocondria e dismorfofobia);
- Disordini alimentari (anoressia, bulimia, vomiting, binge eating);
- Disturbi sessuali (difficoltà di erezione, eiaculazione precoce, vaginismo e dispareunia, disturbi del desiderio sessuale)
- Depressione (nelle sue varie forme)
- Problemi relazionali della coppia, della famiglia, in ambito lavorativo e sociale;
- Problemi dell’infanzia e dell’adolescenza
- Disturbi legati alle dipendenze dal gioco o da internet
Note professionali:
Ha conseguito la laurea in Psicologia ad indirizzo clinico e di comunità nel 2000 presso l’Università degli Studi di Bologna. Successivamente ha svolto il tirocinio pratico formandosi con un training specifico sui disturbi alimentari al Centro dell’Ospedale Sant’Orsola nel reparto di Neuropsichiatria Infantile. Nel 2002 ha conseguito il titolo di perfezionamento post laurea in “Psicopatologia della coppia e mediazione familiare” presso l’Università “La Sapienza” di Roma occupandosi a vario titolo di problematiche legate all’infanzia, l’adolescenza e la famiglia. Dopo essere venuta a conoscenza del modello di Terapia Breve Strategica® di Giorgio Nardone, ha partecipato a seminari, conferenze e corsi che l’hanno portata a frequentare e conseguire la specializzazione presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica di Arezzo.
Dal 2009 collabora con il Centro di Terapia Strategica in qualità di:
- Psicologa e Psicoterapeuta Affiliata, presso le sedi di Civitanova Marche, Fermo, Macerata e San Benedetto del Tronto, dove svolge attività clinica di psicoterapia e consulenza psicologica secondo il Modello di Terapia Breve Strategica®.
- Ricercatrice Associata, attraverso la rilevazione e l’elaborazione statistica dei dati derivanti dall’attività clinica e la supervisione diretta del prof. Giorgio Nardone, che mi le permette di mantenere un elevato standard di efficacia ed efficienza professionale, come richiesto a tutti i centri affiliati.
Svolge inoltre, attività di informazione e divulgazione dell’approccio strategico ai problemi umani attraverso l’organizzazione di incontri e conferenze.
Per informazioni o appuntamenti
Tel. 338.5912307 E-mail: b.moreschini@gmail.com Web Site: www.barbaramoreschini.com
Riceve presso il Centro Medico “Le Palme” Via Togliatti, 19 San Benedetto del Tronto