Perché scegliamo di vivere in un posto piuttosto che in un altro? Cosa determina davvero le nostre scelte?
Mi capita spesso di pensarci. Penso ai motivi che ci fanno rimanere in un posto, che ce lo fanno amare o detestare,le ragioni per cui in un posto vogliamo tornare e un altro preferiamo dimenticarlo. Sono i monumenti, i paesaggi, il cibo, l’organizzazione perfetta?
Penso spesso a cosa mi ha colpito dell’Australia, se il suo formidabile banana bread o l’Opera House, il suo efficiente trasporto pubblico o il sole che così luminoso non si vede in nessun’altra parte del mondo. Ho ripensato alla Tunisia, a quell’isola di Djerba dove ho lavorato un paio di mesi nei miei vent’anni appena compiuti….cosa mi incantava di quel posto? I profumi di spezie, le palme, il sole, la sabbia sul marciapiede e i mercati colorati e chiassosi?
Quando ho vissuto a Roma, che cosa mi ha davvero rapito di quella città? Il Colosseo, il Vaticano a pochi minuti da casa, il caffè che prendevo tutte le mattine prima di andare a lavoro o i negozi pazzeschi in via Candia e viale Giulio Cesare?
Quando sono stata in Giappone, che cosa mi ha colpito di piu? Il sushi delizioso, il mastodontico tempio buddhista Todai-ji di Nara o la Città Elettrica di Tokyo?
Cosa ci lega ai posti che visitiamo, e cosa ci fa allontanare?
Quando me lo chiedo trovo sempre risposte diverse. Pero’ c’è sempre un comune denominatore. Possiamo rimanere incantati da un tramonto, da un paesaggio fantastico o un mare incredibile, e raccontarlo ai nostri conoscenti come se avessimo visto il paradiso. Ma ci vivremmo mai in quel paradiso? Che cosa ci fa dire: ok questo è il posto giusto, è qui che voglio passare il resto della mia vita.
Sono le persone. La gente che incontriamo e che nella buona o cattiva sorte ci cambia, ci influenza, ci migliora, ci avvilisce o ci tempra, ci rinforza, ci arricchisce o impoverisce. Le persone che incontriamo cambiano la percezione del mondo che stiamo vivendo.
In tutti i posti prima citati ho trovato luoghi magnifici, ho mangiato bene, ho visto cose straordinarie. E ho incontrato persone. Tante persone. Straordinariamente o ordinariamente diverse: tutte a modo loro, chi poco chi un po’ di più….e qualcuna un po’ tanto di più, mi hanno cambiato.
Ho amato gli australiani per la loro filosofia di vita e la loro semplicità e l’estrema serietà in tutto quello che fanno. Ho amato i tunisini perché vivono nella semplicità e sembrano starci davvero bene, tra palme, datteri e narghilè…con la sabbia ovunque, anche nei piatti, il loro tè alla menta (buono!!) e la pelle bruciata dal sole. Ho amato i romani per la loro solarità, la passione della vita che ti trasmettono anche in una tazzina di caffè al bar, che io quel caffè che prendevo tutti i giorni alle otto me lo ricordo ancora come il più buono del mondo e non per il gusto, ma per il casino e le risate che lo accompagnavano. Ho amato i giapponesi per la loro capacità di stupirsi e meravigliarsi a qualsiasi età, che un bambino occidentale se la sogna. Ho conosciuto i tedeschi senza andare in Germania e ho scoperto un lato ironico e sornione che mai avrei sospettato in un popolo nordico.
Ma questi sono profili, generalizzazioni. Ogni individuo è un mondo a parte, indipendente dalla sua nazionalità. Ce ne sono alcuni più simili a noi, al mondo. Ed è con questi individui che alla fine decidiamo di condividere il nostro destino.
Non importa il paese, non importa la lingua o la tradizione. Importano le somiglianze, le cose in comune, lo stesso sentire, lo stesso modo di comunicare che non significa solo parlare, perché spesso basta uno sguardo per capirsi se l’intesa è quella giusta.
C’è chi ha trovato questa intesa laggiù, Down Under dove la mia amica Silvia si è recentemente sposata con un australiano doc, anzi Maori! C’è chi si è sposato una giapponese e si è trasferito a
Tokyo perché l’Italia è anni luce indietro. C’è chi ha mollato la famiglia e si è aperto un ristorante italiano a Djerba, come Piero con il suo amico Pino, due sedicenti ristoratori dove andavamo a mangiare a pranzo tutti i giorni. Avevano venduto tutto e si erano trasferiti in quell’isoletta e lì, a loro dire, avevano trovato il paradiso.
E c’è chi come me, dopo essere scappata in lungo e in largo, ha trovato la sua isola felice nel posto da cui era scappata tre anni fa. Scherzi del destino.
Adesso capisco tante cose, adesso ho una risposta quando la gente mi chiede perché me ne sono andata da un posto o che cosa di un posto mi ha veramente incantato.
Sono le persone. Sono le persone che incontriamo a determinare il nostro destino, a farci scegliere di rimanere o partire.
Quindi quando vi chiedete se in un posto volete davvero starci, se quel posto fa per voi, pensate alle persone che vi circondano, a quelle che avete conosciuto. Sono queste le persone con cui vorrete condividere il vostro mondo?
Come ho detto già qualche miliardo di volte, io amo il mio paese e il mio popolo e mi sento davvero in sintonia solo con loro.
Ma forse per voi, popolo pronto a salpare il largo dalle coste italiche, forse per voi sarà diverso.