Prove di campagna elettorale o segni di rottura con le frange indipendenti?
A giudicare da quanto si evince dal comunicato firmato da Beppe Grillo e Casaleggio (leggi l’intervento su beppegrillo.it), sembrerebbe che i senatori Andrea Cioffi e Maurizio Buccarella abbiano aperto un ulteriore dibattito all’interno del M5S. Dure le reazioni del vertice M5S dopo l’approvazione dell’emendamento che proverà a sospendere il reato di clandestinità di cui i senatori grillini sono firmatari. È evidente che esiste una distanza significativa ormai tra alcuni deputati e senatori del M5S ed il suo vertice politico. Nell’articolo si puntualizza che l’Italia non è in grado di accogliere altre persone a causa delle gravi condizioni economiche-occupazionali, ancora una volta la crisi finanziaria viene usata per tacere tematiche etiche e giurisprudenziali. Naturalmente si tratta di una rivendicazione politica che non può essere messa in relazione con il deficit/pil o con le percentuali di inoccupati/disoccupati. L’intervento sul blog beppegrillo.it è una manovra di posizionamento politico, che tristemente allinea la posizione del vertice M5S alla linea politica di Marine Le Pen.
Attenzione, non credo che Casaleggio e Grillo siano razzisti, ma che anche loro, come ogni politico, non vogliano perdere una porzione di elettori (come gli ex elettori della Lega Nord/AN). In questo caso Grillo e Casaleggio utilizzano il linguaggio dei politici di professione che invece, solitamente, vengono definiti molto distanti dal M5S. È ovvio che l’Italia da sola non può gestire il fenomeno migratorio Sud-Nord, ma non credo sia legittimo perseguire penalmente chi scappa da un conflitto o dalla fame. Naturalmente queste sono valutazioni soggettive ed emozionali, direte voi.
Tuttavia mi sembra doveroso ricordare, col rischio di peccare di retorica, che siamo un popolo di migranti; e vorrei ribadire che non abbiamo esportato solo il Made in Italy nel mondo (vedi Cosa Nostra). Il fatto che Francia, Spagna e Germania abbiano leggi simili – ammesso che sia veramente così – non è una motivazione sufficiente a limitare un movimento che si professa rivoluzionario e che quindi dovrebbe andare contro il sistema precostituito, andare oltre la legittimità popolare se necessario, superare il linguaggio programmatico: “fare un salto nel buio”, come diceva qualcuno.