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Sono orgogliosa di essere italiana

Creato il 06 settembre 2015 da Speradisole

SONO ORGOGLIOSA DI ESSERE ITALIANA

Bandiera_Italiana
Sono orgogliosa di essere italiana. Senza retorica alcuna.

Lo sono perché noi, per primi in Europa, abbiamo dovuto fare i conti con un fenomeno grande e difficile come quello dell’immigrazione e siamo stati, con il nostro governo, i portatori sani nella comunità europea di principi di rispetto, dignità, accoglienza, governo ed indirizzo del fenomeno.

Sono anni che l’Italia si trova ad affrontare questa emergenza, complessa, difficile, in completa solitudine, perché, fino a quando i problemi non si toccano con mano, quelli degli altri appaiono lontani e poco interessano.

Sulle nostre coste arrivano i più poveri i più disperati.

Noi non li scegliamo, non ci interessa da dove essi provengano, semplicemente li salviamo.

Semplicemente e con tristezza accogliamo anche i morti e con dignità li seppelliamo nei nostri cimiteri.

Nessuno degli altri ricchi paesi europei si è commosso davanti a centinania e migliaia di morti galleggianti nel Mediterraneo. Ma la morte di un  angelo, annegato, con la faccia rivolta alla terra, ha commosso finalmente anche gli altri paesi. E’ cambiato l’atteggiamento verso questa gente disperata. Un angelo.

E oggi, al centro di tutto c’è la Merkel. Colei cui i profughi inneggiano. Colei che, con la mossa di offrire accoglienza solo ai siriani in fuga dalla guerra, ha generato l’insostenibile pressione al confine ungherese. Per così dire ha sentito il problema vicino a casa sua.

Ma se taluni paesi del centro Europa, oggi hanno così diametralmente modificato le loro posizioni sul tema, il merito è anche nostro e va rivendicato.

Quello che accade oggi in Germania ed Austria è figlio della presa di coscienza che, da soli praticando egoismi e particolarismi, nessuno può farcela, quello che il nostro governo per mesi ha sostenuto e troppo spesso inascoltato.

Per mesi abbiamo visto profughi accampati a Ventimiglia perché dall’altra parte la polizia francese sparava a chi tentava di passare, per settimane abbiamo visto i poliziotti inglesi fermare e sparare conto coloro che premevano all’imbocco del tunnel a Calais.

Un grazie va a tutti quegli italiani che, senza finire sui giornali come eroi, ogni giorno rischiano le loro vite per portare in salvo i migranti che arrivano stremati sulle nostre coste.

Un grazie agli uomini delle nostre forze dell’ordine, soprattutto quelli della guardia costiera, ai cittadini comuni, ai volontari, alle istituzioni che in stato di emergenza permanente aiutano al meglio questa parte di umanità così afflitta ed emarginata.

Un grazie al Governo per avere sollevato, nel semestre europeo di presidenza italiana alta e forte, la richiesta di una governance europea del problema immigrazione.

La Storia, con la S maiuscola, ci sta passando accanto e, come al solito, è una somma di eventi casuali, imprevedibili, incontrollabili. Di tutte le nuove frontiere, fino a pochi mesi fa, quella issata dal premier ungherese Orbàn, con il suo muro e il suo filo spinato, sembrava la più alta e invalicabile. Così non è stato. Lo stesso sembrava valere per il blocco dei treni verso la Germania, figlio della volontà di identificare chiunque fosse entrato in Ungheria. Niente da fare.

La retorica è un pericoloso nemico, ma è evidente la sensazione che sia saltato un tappo. Che l’Occidente e l’Europa se mai sono state una fortezza, hanno brecce da tutte le parti. Che questa gigantesca migrazione dai luoghi della follia islamista e di una guerra brutale, che noi occidentali abbiamo contribuito a far nascere e rinfocolare, cambierà per sempre i connotati demografici, sociali, culturali, politici del Vecchio Continente.



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