Ha sentenziato il Blasco. Guarda caso a pochi giorni da uno dei referendum più importanti della storia della nostra Repubblica. Con quella sua verve e schiettezza da Emiliano doc qual è, elargita da un piedistallo su cui troppo spesso sale, il cantante di Zocca si è pronunciato dimostrando profonda ignoranza e superficialità populista sulla questione nucleare, ma non si è fermato qui.
Scatenata, la rock star dopo il concerto si è dichiarata anche contraria all'obbligo del casco per i maggiorenni strumentalizzando la limitazione di libertà con l'obbligo di sicurezza: "I ragazzi sembrano dare per scontato la libertà, ma non è così. C’è gente che 40 anni fa è morta per la libertà e mi fa ridere che oggi si accetti un sacrificio di un pezzo della propria come l’obbligo del casco per maggiorenni."
Evidentemente parlare con cognizione di causa non va più molto di moda. Inviterei il sig. Rossi ad informarsi circa le questioni su cui si pronuncia perché nella situazione odierna, dove non esistono più punti di riferimento, esempi e modelli, purtroppo molti ragazzi (e non solo) con personalità deboli e scarsa voglia di informazione, si affidano a elementi di spicco dello spettacolo e dei mondi di cui si sentono parte per costruire le proprie idee ed opinioni. Per questo motivo una tipica opinione da persona disinformata, come quella di Vasco è, costituisce un'arma doppiamente letale per l'opinione pubblica proprio perché non equivale e non raggiunge lo stesso numero di ascoltatori e lo stesso tasso di importanza di un'opinione espressa da un frequentatore di bar.
Qui non si tratta esclusivamente di esprimere le proprie idee: personalità come quella di Vasco e affini, o chi per lui, ricoprono ruoli delicati tenuti purtroppo in considerazione da alcuni cittadini molto più di esperti in materia, in questo caso nucleare, come il professor Rubbia.
Giusto per rientrare in tema, motivare questo post e controbattere con la stessa moneta, qualcuno riferisca alla rock star che la storiella della Francia come motivazione ufficiale per essere favorevoli al nucleare non va più tanto di moda: se è infatti vero che a pochi km dal confine italiano esistono centrali nucleari che investirebbero l'Italia in caso di incidente, è altresì vero che è differente avere una centrale a 10 km da averla a 100 km da casa. Studi scientifici, di cui l'autore di vita spericolata sicuramente non conosce l'esistenza, dimostrano che le radiazioni si riducono con il quadrato della distanza, quindi a 10 km il rischio è 100 volte inferiore alla sorgente, a 100 km è 10000 volte inferiore, senza considerare che nel raggio di 5 km dalla centrale il rischio per i bambini di contrarre la leucemia è più elevato: 77 vs 48 casi medi (fonte: studio su commissione dell'ufficio federale tedesco di radioprotezione).
Insomma la situazione non è proprio quella populista descritta dal Blasco che riesce a prendere una cantonata anche sulla questione dei costi, altro tema su cui evidentemente ha ripetuto qualche dichiarazione di qualche pro-nuclearista convinto, ascoltata in televisione: è vero che la Francia vende energia all’Italia, ma è altrettanto vero che la vende sottocosto perché ne produce in eccesso, come è vero in egual modo che una centrale di III generazione ha un costo di 3 miliardi di euro, senza contare i costi dell'uranio in continuo aumento, il trasporto e i costi stoccaggio delle scorie.
Comunque, non tutti i mali vengono per nuocere: se questa dichiarazione porterà qualche fan di Vasco indeciso, domenica o lunedì a votare, tanto meglio, visto che il primo obiettivo è quello di raggiungere il quorum.
Forse non tutti sono amanti del rischio e di una vita spericolata, caro Vasco. Per fare certe dichiarazioni sarebbe meglio un po' di informazione. Il rischio è che qualche anima fragile voglia andare "al minimo" imitandoti.
Il consiglio è quello di continuare a fare quello che meglio sai fare, ovvero cantare, evitando decisamente di esporsi senza un minimo di documentazione su questioni così importanti. Sono sicuro che tutti i tuoi fan ti renderanno una degna standing ovation.
Perchè NO al NUCLEARE?
1. Malattie. Nel raggio di 5 km dalla centrale il rischio per i bambini di contrarre la leucemia è più elevato: 77 vs 48 casi medi (fonte: studio su commissione dell'ufficio federale tedesco di radioprotezione);
2. Niente indipendenza. 20 centrali, ossia una per regione, coprirebbero il 30% del nostro fabbisogno (dichiarazione di Rubbia, premio Nobel per la fisica);
3. Etica. L'estrazione dell'uranio è causa di guerre in Africa;
4. Costi. Una centrale di III generazione ha un costo di 3 miliardi di euro, senza contare: costi uranio in continuo aumento, trasporto, eventuale arricchimento, costi stoccaggio scorie;
5. Danni ambientali. Utilizzo di miliardi di mc di H2O per raffreddare le centrali, l'evaporazione di acqua comporta aumento dell'effetto serra. Devastazioni ambientali per estrarre uranio;
6. Scorie. Impiegano fino a 1.000.000 anni per perdere radioattività. Ad oggi non esiste soluzione sicura per il loro mantenimento;
7. L'uranio non è una fonte rinnovabile;
8. Rischio accettabile? E' diverso dal non rischio. Significa che è ritenuto accettabile un certo numero di morti sul campione totale di persone a causa del nucleare (fonte: Report, 29/3/2009). Non esiste assicurazione al mondo che abbia mai assicurato una centrale. In caso di terremoto o attacchi terroristici i danni sarebbero irreparabili;
9. Segreto di Stato. Con il decreto dell'8 aprile 2008 allegato 17 sono coperti da segreto di Stato “Gli impianti civili per produzione di energia”. Potremo conoscere la progettazione? I sistemi di protezione? I costi? I criteri di scelta?;
10. Ci sono valide alternative. Il 2007 è stato l'anno del sorpasso: l'eolico ha battuto il nucleare. Sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 19 mila megawatt di energia prodotta dall'atomo.