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Sono pronto.

Creato il 08 gennaio 2013 da Enricobo2
E' venuto ormai il momento, non ho più testa per altro. In TV parlano, parlano, promettono e si scannano e io invece, ho nelle orecchie un rumore di tamburi lontani, un ritmo tribale che non ti dà pace. Nell'aria un odore forte e caldo. Un vento che ha superato il mare e arriva dal fondo di foreste primigenie, carica di umidore vitale che si asciuga traversando deserti e arriva fin qui pregna del suo sapore antico, che racconta di culla dell'umanità, di primi passi dell'uomo. Così la voglia di partire si trasforma in ansia, in una sorta di frenesia che ti costringe a controllare gli elenchi delle cose giudicate indispensabili, che si riveleranno, nella maggioranza dei casi, inutili e pesantissime da trasportare, che ingombreranno la valigia all'inverosimile, ma daranno una fittizia tranquillità turistica. Questo è un problema per l'aspirante viaggiatore, quello di non riuscire mai a liberarsi da questa componente che lo riduce inevitabilmente al rango di turista, con un preciso computo di giorni e caselle da riempire, oltre a portare con sé, come oggetto primario un orologio, simulacro iconico di quello che per noi è il vero bene irrinunciabile, il tempo, inutile orpello, invece, per quei luoghi dove altre sono le priorità. Comunque si parte al fine. Non turbatevi, non rimarrete comunque soli. Ho predisposto acconciamente affinché ogni giorno, un messaggio in bottiglia, un cenno di presenza, compaia comunque in questo non luogo, per non farvi sentire soli, per mantenere un legame di presenza. 
Per non rinunciare ad una sorta di fidelizzazione di cui mi sento in parte responsabile. Quindi collegatevi comunque a questo indirizzo per scoprire ogni giorno questo segno. Solo un  cessare definitivo di questa presenza potrebbe significare che per qualche motivo, il destino ha deciso che io non torni più. Vedremo. Non so se là, tra savane e foreste antiche sarà possibile una connessione con quel cordone ombelicale che ormai sembra essere l'unico motivo che ci tiene vivi. Se ci fosse, tenterò di dare un segno anche da lì; diversamente, come in un altro secolo, un taccuino di appunti ed una matita appuntita mi saranno compagni di viaggio e strumento di memoria. Intanto per ora vi saluto, come si abbraccia un amico alla stazione quando il treno manda gli ultimi fischi. Solo nella mia testa si aggira un ultimo fantasma, un grande dolore che  mi prende e non mi dà pace, lo sconforto di non potere seguire da vicino gli importanti dibattiti politici di questa seria campagna elettorale, così popolata di persone valide e serene, tese solo al benessere del mio paese. Cercherò di farmene una ragione, d'altra parte ci siete già voi che li starete a sentire, casomai fatemi un sunto.

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