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Siamo nel 1997 e la zona di Kōenji nella capitale giapponese è contesa da due gang, una composta da immigrati cinesi e l'altra dai cosiddetti Kamikaze, un gruppo ultranazionalista giapponese che vuole liberare il suolo nipponico dal pericolo cinese. Il primo confronto tra le due bande avviene sull'affollatissima linea ferroviaria Chūo ma continua poi per le strade di Tokyo, con scontri ma anche comizi della gang giapponese, il più grande dei quali si svolge a Shinjuku. Sugiyama è lo strampalato e anfetaminico boss dei Kamikaze che spesso e volentieri gira col suo feticcio, una testa di maiale con cui intrattiene un rapporto molto personale. Il suo vice, Shirō è un giovane ribelle con tendenze distruttive e omosessuali e che in questa sua follia cerca di proteggere sua sorella minore Kana. La timida ragazza durante uno degli scontri più violenti fra le due fazioni finisce per incontrare Maggie, una giovane e solitaria cinese. Fra le due si insaura un rapporto intimo molto speciale, un amore che riesce a scavalcare anche la barriera linguistica. Purtroppo però, dopo una specie di tregua sancita da una parte terza, un vecchio quanto improbabile capo mafia, l'odio degli uni verso gli altri porterà ad un inevitabile e tristissimo finale dove i membri dei due gruppi si massacreranno a vicenda.
Girato nel 1995 ma completato solo nel 2012 a causa di travagliati problemi finanziari e forse anche dal particolare periodo che Sono stesso stava attraversando artisticamente, Bad Film è un'opera di quasi tre ore, risultato di un lavoro di montaggio su un materiale grezzo di circa 150 ore. La pellicola è molte cose insieme, in qualche modo continuazione del suo Bicycle Sighs di cui si ripresentano qui alcuni attori/personaggi, ma anche un happening continuo filmato in stile guerrilla style, con gli scontri fra le due fazioni sulla metro prima e in uno degli incroci di Shibuya in seguito. Inoltre Bad Film ha molti elementi che caratterizzeranno le opere successive di Sono come la commistione degli stili ed un certo gusto per il grottesco e l’orrido di bassa lega, il boss Sugiyama che girovaga e bacia la testa di maiale (vera) per la città ne è un esempio. Il suo essere una sorta di polpa del cinema amatoriale ed indipendente chiassaosa e a tratti incongruente lo definisce sia in positivo che in negativo, siamo in una zona limite dove molte delle barriere cinematografiche comuni sono saltate, il tono a volte lirico, più spesso sganassone comico e ridondante ricorda di più delle performance del teatro d'avanguardia dei decenni precedenti come quelle di Terayama Shūji o del gruppo Kyokuba kan ad esempio, anche per la forte presenza dell’amore e dell’attrazione omosessuale. In certi frangenti sembra che solamente in questi rapporti possa risiedere la via d’uscita, la loro valenza pero’ non è mai univoca, nella prima parte del film Shirō (Sono stesso) scambia una serie di baci non proprio innocenti con uno dei suoi compagni. I rapporti non eterosessuali sono spesso rappresentati quindi con dubbio gusto, quasi circense, solo per scioccare, altre volte però in modo decisamente più fine e critico come il rapporto tra Kana e Maggie oppure la scena della tortura di uno dei membri del gruppo Kamikaze proprio perchè gay. Bad Film come un lungo e caotico happening cinematografico quindi, anarchico fino alla noia in certi passaggi ma proprio per questo assai potente e capace di trasmettere nei suoi momenti migliori vere scariche di energia e di rabbia.
Strutturalmente anche in Bad Film il titolo arriva dopo 20 minuti dall’inizio, ad azione già inoltrata come in molti dei lavori del regista giapponese, così come è marchio di fabbrica del regista giapponese la suddivisione del film in capitoli, quasi a ricordare la forma di un libro, di un romanzo. Durante le scene di “battaglia” le riprese in 8mm sono vicinissime, schiacciate sui volti dei protagonisti con le piccole videocamere che si vedono spesso, forse perchè il film si presenta fin dalle prime battute con la voce fuoricampo, come una sorta di documentario sui generis. O molto probabilmente perchè nelle scene di azione fatte con un gran numero di persone era inevitabile non riprendere le macchine da presa stesse. Ma con un escamotage geniale Sono giustifica narrativamente la loro presenza nell’opera, al boss Sugiyama infatti piace che i suoi atti di violenza siano ripresi e documentati. Ecco che allora il film ci mostra e ci spiega con fermo immagini e voce narrante i momenti in cui fino a quell momento sono apparse sullo schermo le videocamere, un film nel film ed una farsa nella farsa.
Una delle scene che piu’ si stagliano in un'opera fluviale e necessariamente caotica come Bad Film è lo scontro in uno degli incroci più affollati di Shinjuku. Incredibilmente girato come si diceva prima, in guerrilla style, metafilmicamente ciò che rimane sulla pellicola e che desta l'interesse dello spettatore è anche il suo essere documento e testimonianza di una scena che difficilmente sarà mai possibile replicare con i due boss che col semaforo rosso si sfidano al centro dell'incrocio e decine e decine di attori che vi si riversano per azzuffarsi. È una scena che funge anche da fulcro semantico per il film almeno per due motivi, uno è l'incredibile corsa/fuga/inseguimento dall'incrocio di tutti i membri al ritmo battente delle percussioni con la macchina a mano che esalta ed esaspera l'ansia e l'energia di questa corsa, ancora una volta uno dei topoi che più definiscono il cinema di Sono. L’altro motivo è che proprio in questa occasione nel gorgo di violenza che sembra risucchiare l’intera capitale, Kana, sorella di Shirō, incontra una ragazza cinese, Maggie. Il passaggio di Kana dalla "parte" dei cinesi per amore, viene in un primo momento descritto come un percorso di enorme curiosità, lo sbocciare di un recoproco interesse, con la giovane ragazza che comincia infatti anche ad imparare qualche frase di cinese. Questo desiderio di conoscenza e, di fatto, di rottura delle barriere mentali, viene ben presto cancellato e reso inutile dalla violenza nichilista e senza senso che le due gang portano avanti. Questo girare a vuoto in un loop fine a sé stesso è magnificamente rappresentato in una delle scene finali quando vediamo Shirō con altri suoi compagni, ormai consapevoli della morte imminente, chiusi in una stanza. In un tedio senza speranza aspettano che qualcuno li venga ad uccidere, l'unico atto liberatorio che può metter fine all'insensatezza che è la vita, come nel video che Shirō/Sono guarda continuamente in loop dove il volo degli uccelli sembra interminabile e portare da nessuna parte. Questo girare a vuoto in un eterno circolo vizioso cambierà solo quando lo schermo televisivo si allagherà di rosso ed il sangue di Shirō coprirà lo schermo.
Il film si conclude con le immagini del gruppo Tokyo Gagaga in un grande happening per le strade di Tokyo, le persone che hanno partecipato in un modo o nell'altro al film sono quasi 2000. In fondo il Bad Film editato nel 2012 è anche, se non soprattutto, un grande atto dovuto e omaggio che Sono, ormai regista affermato sul palcoscenico internazionale, sembra voler donare a questa speciale esperienza del suo passato. [Matteo Boscarol]
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