Magazine Cinema
Speciale Sono Sion
Kaze (風, Winds). Regia, soggetto e sceneggiatura: Sono Sion. Fotografia: Kitazawa Hiroyuki. Luci: Seino Yoshihiro. Montaggio: Tōyama Chiaki. Musica: Ishihara Satoshi. Suono: Ohara Zenya. Luci: Kiyono Toshihiro, Interpreti: Sasaki Ai (Ayako), Higashi Yōko (Mitsuko), Okabe Mitsuru (Sachiko), Suzuki Keiko (la donna del sogno), Wakamatsu Kōji (il venditore di girandole). Produttori: Yamana Takashi, Nishimura Takashi, Suzuki Yutaka. Produzione: Ministero del Commercio e dell'Industria (MITI). Distribuzione: Anchors Production. Durata: 27’. Anno: 1998.
Una bambina cammina cantando attraverso i campi, arriva alle scale di un tempio, torna indietro. Sente un suono di campanelli mossi dal vento, giunta ai binari della ferrovia vede una donna vestita di bianco che, senza parlare, le dà una girandola. La girandola inizia a girare. La bambina alza lo sguardo e vede che anche le pale di una centrale eolica si mettono a girare. Una ragazza, Ayako, massaggia la schiena alla nonna, poi si alza e scopre di essere improvvisamente cresciuta. Con la testa tocca la cordicella del lampadario. Esce e va a scuola in bicicletta in mezzo a campi e strade chiazzati di neve. Per strada, incontra un’amica, Sachiko, procedono insieme. In classe. L’insegnante ricorda agli studenti che per loro è un momento cruciale perché presto avranno gli esami di ammissione al liceo. Gli studenti confabulano tra di loro. Il professore invita Sachiko a parlare e lei racconta che hanno scoperto di aver fatto tutti lo stesso sogno. Il sogno è la scena iniziale del film: ognuno di loro ha sognato di camminare in mezzo ai campi lungo la strada che porta al tempio e di aver incontrato una donna che gli ha dato una girandola. Improvvisamente, Ayako vede che fuori della finestra, in lontananza, le pale delle centrali eoliche hanno iniziato a girare vorticosamente: è arrivato il vento. Lo stesso vento entra in classe e scompiglia fogli e quaderni. Ayako e Sachiko, sulla strada del ritorno, si dicono che non sembrava un sogno, era così intenso che sembrava reale. Un abitante del villaggio incontra un uomo che vende girandole e fūrin (campanelle al vento giapponesi) e gli dice che è venuto per la festa del tempio, dove vuole vendere i suoi oggetti. Il venditore prosegue e arrivato ai binari, vede la donna misteriosa del sogno dei ragazzi.Ayako torna a casa. La nonna, che ha incontrato il venditore e ha ricevuto un fūrin in dono, le dice che c’è un messaggio di sua sorella maggiore Mitsuko. Ayako le telefona e apprende che la sorella tornerà a casa l’indomani. E’ felice. Immagini di Mitsuko sul treno. Alla stazione c’è Ayako che l’aspetta. Vanno a casa litigando amorevolmente. Le due sorelle e la nonna chiacchierano. La nonna dice che se si guarda indietro, la vita le è sembrato tutto un sogno, ci si accorge di invecchiare solo quando si vedono morire gli amici uno dopo l’altro.Ayako e Mitsuko vanno nella vecchia camera di Mitsuko. Mentre questa sistema la stanza, Ayako legge una leggenda del posto che parla di una fata del vento che proteggeva i campi e le risaie del villaggio. Si chiede se quella fata è la bambina che ha sognato. Poi Ayako racconta a Mitsuko della strana coincidenza del sogno e Mitsuko le risponde dicendo che non c’è niente di strano: l’ha fatto anche lei anni addietro. Quello, aggiunge, è un rito di passaggio, è un sogno che si presenta ogni volta che nella vita si è a un crocevia. Anche lei, aggiunge Mitsuko, ora è a un crocevia.Mitsuko torna a prendere i bagagli dove viveva. Ayako l’accompagna alla stazione e rileva che non ha rifatto il sogno. Si chiede quanto dovrà invecchiare prima di farlo di nuovo. Mitsuko parte e Ayako va a scuola. Per strada, incontra Sachiko e insieme incrociano una bambina che dice loro che la madre è incinta. La bambina prosegue, trova il venditore di girandole che gliene regala una e le dice che il nascituro sarà un maschio.A scuola, durante la lezione Ayako guarda fuori e vede che le pale iniziano a girare. La sua voce, ora fuori campo, racconta che molto tempo fa c’era una bambina che si chiamava Ayako... Ricompare la bambina dell’inizio che canta la stessa canzone.
Il Ministero del Commercio Estero e Industria (MITI), all’interno del suo programma per la rivitalizzazione dei villaggi e delle zone rurali, una volta all’anno bandisce un concorso per tutte le città e i paesi del Giappone che vogliono fare un film. I villaggi che si candidano, perciò, per essere scelti debbono avere una peculiarità locale.“Kaze” (vento) si riferisce al paese del vento. Come ricorda Sono stesso, il villaggio di Tachikawa (oggi fuso con Amarume a formare il paese di Shōnai) della prefettura di Yamagata vive totalmente grazie all’energia eolica. E’ infatti una zona terribilmente ventosa e proprio in virtù di questo ovunque vi sono giganteschi mulini a vento che girano in continuazione giorno e notte. Partendo da questo assunto, Sono è riuscito a realizzare un film breve ma intenso che ci parla in modo sommessamente esistenziale e lirico del vento.Il vento, sembra suggerirci il film, rappresenta il cambiamento nella vita. La vita stessa è aria, fluttua, si ferma, riprende, si disperde. Quando arriva un cambiamento si mette in moto, come le pale di un mulino si muovono quando arriva il vento. Il sogno che fanno i ragazzi nel film avviene nei momenti di cambiamento. “E’ un rito di passaggio” dice Mitsuko a Ayako.Già dalle prime scene abbiamo l’annuncio di una trasformazione, quando Ayako, alzandosi in piedi dopo aver massaggiato le spalle della nonna, ha improvvisamente la sensazione di essere più alta, di essere cresciuta. Successivamente, il film accenna con brevi tocchi a varie situazioni di persone a un crocevia esistenziale: gli studenti che stanno passando dall’infanzia all’adolescenza; la nonna che sta imboccando la strada della parte finale della vita; la bambina che sta per diventare sorella maggiore; Mitsuko che torna a casa, forse dopo aver chiuso negativamente un’esperienza di vita altrove. E, intervallati con queste, vediamo immagini di cose che il vento fa muovere, di “oggetti a vento”: girandole, eliche, fūrin, giocattoli a forma di mulino a vento, attrezzi della classe. Tutto, nel film, svolazza, dondola, si incurva senza sosta, mostrandoci come il vento genera movimenti capaci di descriverlo.Un film venato di sfumature struggenti – sottolineate dalle note dolci di musica classica in sottofondo – e che, nonostante la sua brevità, ha una certa complessità strutturale. Le storie di Ayako, Mitsuko, la bambina, la donna misteriosa, il venditore di girandole si intersecano e si richiamano infatti l’una con l’altra, riuscendo a creare un’atmosfera soffusa e coinvolgente e a darci l’emozione delle stagioni della vita che arrivano e passano.In particolare, il venditore di girandole, impersonato da Wakamatsu Kōji, con il suo carico di girandole rosa uguali a quelle che dona la donna del sogno (interpretata dalla stessa attrice di Keiko desu kedo), è una rappresentazione lirica del vento, un’immagine al contempo invitante e intimorente, come è l’idea del cambiamento. E, se si considera chi è l’attore che lo impersona, forse potremmo aggiungere che rappresenta anche il cinema stesso: cos’altro è il cinema se non una bella girandola colorata e tintinnante che ci dona emozioni ricordandoci che la vita è mutamento? [Franco Picollo]
Potrebbero interessarti anche :