Magazine Cultura
Non ho mai assistito dal vivo al Palio di Siena, nonostante da anni frequenti questa bellissima città, e che nel tempo ho avuto anche la fortuna di intessere alcune, interessanti amicizie, che mi hanno avvicinato ancora di più a questa festa.
Tutti mi dicevano che, comunque, anche se non avevo mai visto la "carriera", il Palio era molto altro, ben altro.
Mi hanno raccontato che il Palio non dura i 3 minuti della corsa sul tufo di Piazza del Campo, ma ben quattro giorni.
Entrando in un bar della Piazza, c'è uno schermo che manda immagini continue del Palio, e su di un angolo, in sovraimpressione un numero 96. Le ore del Palio.
In realtà il Palio dell'Assunta ha avuto un prologo, il 10 luglio scorso, quando sono state estratte a sorte le contrade che hanno completato i partenti di questa edizione.
Le contrade di Siena sono 17, alla "carriera" ne sono ammesse 10. Le 7 escluse dal Palio dell'Assunta dello scorso hanno corrono oggi di diritto, le 3 che completano il lotto sono state estratte tra le 10 che hanno corso lo scorso anno.
L'attuale divisione territoriale delle contrade risale all'editto editto redatto da Violante Beatrice di Baviera, governatrice della città di Siena per conto della dinastia de' Medici, nel 1729.
Mi hanno raccontato che anticamente era contradaiolo chi nasceva nel territorio di una contrada. Tutti a quel tempo nascevano in casa e le case si trovavano nel centro storico. Il problema sorgeva quando un contradaiolo, per vari motivi, abitava in un rione diverso dal suo. In quel caso la donna veniva portata a partorire in casa di amici o parenti residenti nel territorio della contrada in cui si voleva far nascere il figlio. Se la donna non si poteva spostare, si raccoglieva addirittura la terra della contrada e si spargeva sotto il letto dove doveva avvenire il parto. Così facendo il nascituro veniva al mondo proprio sulla terra della sua contrada.
Oggi, con il battesimo contradaiolo i bambini, nati quasi sempre fuori dalle mura, possono appartenere alla contrada dei genitori senza problemi.
La mattina presto del 13 agosto, è avvenuta la presentazione dei cavalli che avrebbero partecipato alle batterie di selezione.
Ogni cavallo che viene presentato è contrassegnato con un numero d'ordine progressivo dipinto sul posteriore. Quello rimane l'unico segno distintivo del cavallo durante le successive batterie.
Sabato scorso erano ben 25 i cavalli presentati, che ripartiti in batterie da circa 6/7 cavalli ciascuna, selezionate dai Capitani delle 10 Contrade che corrono, hanno corso, a partire dalle 9,00, i classici tre giri di pista montati da fantini messo a disposizione dal Comune.
Terminate le batterie i cavalli sono stati visitati da un veterinario, dopodichè i Capitani hanno scelto i 10 soggetti che correranno il Palio. Dopo mezzogiorno il Sindaco ha officiato l'estrazione per l'abbinamento dei cavalli alle Contrade che corrono.
In questo memento è iniziato il Palio vero e proprio, con i Capitani delle Contrade che, in relazione all'esito dell'estrazione, si mettono al lavoro. Chi ha avuto in sorte il miglior cavallo va in cerca del miglior fantino, mentre chi ha avuto meno fortuna cerca di mettere a frutto (a soldo) la propria disponibilità ad alleanze.
In serata si è svolta la prima delle sei prove che precedono il Palio. Attraverso queste corse si verifica sia la condizione del cavallo che quella del fantino. Per ogni prova il cavallo è accompagnato al Cortile del Podestà dalla stalla della Contrada, da un folto gruppo di contradaioli.
Ogni contrada sceglie un fantino, la "monta", che può cambiare a suo piacimento fino al mattino del Palio.
Solo il cavallo non può essere cambiato.
Le prove si svolgono allo stesso modo del Palio.
L'uscita dal Cortile del Podestà delle Contrade per ogni singola prova è annunciata alla Piazza da un rullo di tamburo e dallo scoppio di un mortaretto. Gli orari sono stati: ore 9,00 per la prova della mattina e ore 19,15 per quella della sera.
La quinta prova, che si è corsa ieri sera è detta "prova generale", mentre la sesta prova, quella corsa stamani è detta "provaccia".
Il secondo ed il terzo giorno, lungo la pista di Piazza del Campo, e nelle sedi di Contrada si muove una silenziosa contrattazione, con alleanze ed inimicizie, e tanti soldi che si muovono.
Giriamo la Piazza, cercando informazioni sui biglietti disponibili per terrazzi e tribune.
Alla curva di San Martino troviamo un solo biglietto per un terrazzo, a 200,00 €. Sulle tribune poste prima della curva ci dicono di 4 posti a 330,00 €, ma non troviamo chi li vende.
Finita la provaccia, i bar e i ristoranti sulla Piazza montano i tavolini sulla pista di tufo, che subito vengono occupati dai turisti.
Facciamo visita ai contradaioli dell'Aquila. Il cavallo è già nella stalla, ed il barbaresco gli prepara un piatto d'orzo e avena.
Prima di pranzo preparano la chiesa per la benedizione del cavallo, chiudono la porta e vanno a mangiare.
Lungo Via di Città sfila il cencio.
Noi pranziamo lì vicino, pici al cinghiale e al pesto locale. Una famiglia di turisti tedeschi siede al nostro tavolo, e mangiano quello che mangiamo noi.
La contrada della Pantera è silenziosa, quella dell'Onda è quasi deserta, non corre oggi.
Nella contrada della Chiocciola stanno pranzando in strada.
Alle 15,30 le contrade cominciano a concentrarsi in Piazza Duomo, omaggiano il Vescovo e poi si accodano alla "passeggiata storica", dove rappresenteranno l'insegna dell'Arte caratteristica di ciascuna:
Aquila - Notai; Bruco - Setaioli; Chiocciola - Cuoiai; Civetta - Calzolai; Drago - Banchieri; Giraffa - Pittori; Istrice - Fabbri; Leocorno - Orafi; Lupa - Fornai; Nicchio - Vasai; Oca - Tintori; Onda - Falegnami; Pantera - Speziali; Selva - Tessitori; Tartuca - Maestri di Pietra; Torre - Battilana; Valdimontone - Ligrittieri.
Alle 18,00 proviamo ad entrare in Piazza, ma ormai ci sembra troppo piena. Così torniamo nella contrada della Chiocciola.
Magari, pensiamo, con un po' di fortuna, ci ritroviamo nel mezzo della festa di chi vince.
Vediamo la corsa in tv, tra i contradaioli vocianti. All'inizio qualcuno commenta della Pantera che, ai canapi, sta ostacolando in tutti i modi l'Aquila, ma poi se ne disinteressano un po' tutti. Il Palio è anche questo, o forse è soprattutto questo, una serie di corse parallele, ciascuna con la propria storia.
Niente da fare, la "carriera", una volta tanto, va come da pronostico.
Vince il cavallo più forte, vince la Giraffa.
"E partita non c'è stata. Lo avevamo detto subito che se Fedora fosse stata quella che conoscevamo, questo sarebbe stato un palio già scritto. Ed abbiamo avuto ragione. Una volta tanto.". Scrive Sergio Profeti.
Noi ci dirigiamo in Duomo, perché la festa dei vincitori inizierà, per tradizione, da lì, dal ringraziamento alla Madonna Assunta.
E' il momento più emozionate della giornata. Il Duomo viene invaso dai contradaioli della Giraffa, con le loro bandiere biancorosse, e i loro canti.
Rullano anche i tamburi quando entra il Cencio, e l'eccitazione del popolo festante raggiunge il massimo quando entra il fantino sulle spalle di un contradaiolo.
E' buio su Piazza del Campo, ancora piena di senesi e di turisti, quando terminano le nostre 12 ore ininterrotte di Palio.
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COMMENTI (1)
Inviato il 12 marzo a 17:32
volevo dire che nel Palio "se son felici noi non è che si sia felici noi" (Masala G.)