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Il piano era semplice: programmare quattro date e andare a vedere quattro dei cinquanta concerti gratuiti, in giro per la Sardegna, di Paolo Fresu. Morale della favola, son riuscito a vederne solamente uno. Vuoi un giorno per pigrizia, un altro per stanchezza, un altro ancora per impegni vari ed eventuali, ma l'unico spettacolo a cui ho potuto assistere è stato quello della data di Oristano; probabilmente il più distante da casa mia di quelli posti nel mio personalissimo elenco. Io sono un persona forte e coraggiosa, quindi non mi scoraggio, e anzi, armato di macchina, pieno di benzina e dolce metà mi dirigo verso il centro-ovest della Sardegna.
Scenario bellissimo la piazza Cattedrale di Oristano, le luci proiettano sulla facciata della chiesa ombre mistiche di abili suonatori, le strade circostanti, che ci hanno tanto abituato al susseguirsi di cavalieri in corsa alla ricerca di una stella, vengono inebriate da quelle delicate e splendide note di jazz condite dalla meravigliosa voce di Sheila Jordan, ottantatreenne cantante americana che dimostra una carica degna di una mia coetanea.
Anche l'affluenza è ottima, tante e tante persone che son lì per godere della musica e della magia del jazz. Ecco cosa avrei voluto scrivere.
Invece mi ritrovo a dover descrivere tutt'altra situazione. Un pubblico messo lì per caso, che non ascolta ma guarda, che vuole vedere il personaggio, perché in questo periodo pare vada molto di modo. Il pubblico probabilmente non sa neanche chi siano quei musicisti, e sta lì a subire passivamente quel susseguirsi, meraviglioso, di note; sa solamente che stasera in piazza suona un musicista sardo che ultimamente compare spesso sull'Unione, e quindi deve necessariamente partecipare a quest'evento.
Le persone parlano e non fanno sentire a chi è realmente interessato, chi è lì per la musica di Paolo Fresu e non per Paolo Fresu. Questi sanno bene cosa vuol dire andare ad ascoltare e assaporare un concerto jazz, sanno che bisogna ascoltare in religioso silenzio e godere fino all'ultimo di quell'impagabile spettacolo. Alcuni addirittura discutono di politica, arrivano alle mie orecchi impagabili commenti come «Ora l'UDC e Di Pietro si incazzano e lo mandano via», probabilmente si riferivano a Bersani.
Il pubblico è ignorante e applaude ogni soffio di Paolo all'interno della tromba, coprendo con fastidiosi applausi le eventuali improvvisazioni degli altri musicisti; rende il contrabbassista assolutamente inesistente, annichilendolo con ovazioni verso il Maestro, meritatissime ma a sproposito; il pubblico cerca disperatamente la fotografia e il video di un personaggio che probabilmente ha visto solamente in una fotografia e non sa neanche cosa suoni.
Insomma ennesima dimostrazione che il jazz, quello meritevole e di classe, non è per il popolo. A mio avviso sarebbe stato meglio uno spazio chiuso, posti limitati e possibilità di ricambi, ma ahimè.
Comunque grazie Mr. Fresu, spettacolo incredibile, per il poco che son riuscito a sentire.
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