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Sono tutti disorientati, tutti interdetti

Creato il 28 febbraio 2013 da Lucas
Raramente, ma ogni tanto accade, mi càpita di sfogliare La Nazione - QN che, aldilà dei contenuti, è uno dei giornali dall'impaginazione più brutta del mondo, avente una carta sì maleodorante e dall'inchiostro così spesso che, basta un po' d'umido, che ti restano sulle dita parte degli editoriali insulsi del direttore, come tatuaggi.E dunque, oggi, prendendo il caffè al bar, ho visto di scorcio La Nazione abbandonata disordinatamente su un tavolino, aperta alle pagine che riguardano le dimissioni papali. Avevo cinque minuti, così mi sono seduto proprio a quel tavolo e, senza toccare il giornale, ho letto, tra i servizi di cronaca, un editoriale di Franco Cardini, dal titolo «Una rinuncia è sempre una sconfitta».Un'analisi abbastanza scialba, nel complesso, quella del professore. Tuttavia, mi sono rimasti impressi l'incipit e l'epilogo che, in ordine, riporto.
«DUNQUE è vero: molti di noi, fino all’ultimo non lo hanno creduto possibile. Uno strano sogno a occhi aperti, simile per certi versi a un incubo. A sentir qualche voce cattolica, si direbbe che la commozione, la gratitudine mettano a tacere l’ansia, le domande che non hanno ricevuto risposta, forse perfino un qualche senso di delusione e perfino d’implicito rancore che non si ha il coraggio di esprimere. È invece necessario non nascondersi dietro il conforto e l’omaggio. Siamo tutti disorientati, tutti interdetti.»
Innanzitutto, è curioso come Franco Cardini si rivolga alla platea di lettori de La Nazione inglobandoli in un stato d'animo d'incredulità, come se davvero per tutti “loro” (Cardini e i suoi lettori) le dimissioni papali fossero state vissute come «uno strano sogno a occhi aperti, simili per certi versi a un incubo». Ma come fa uno storico insigne come lui a farsi venire un incubo a occhi aperti sulle dimissioni del Papa? Per quel che mi riguarda, da lettore occasionale, mi affretto a rassicurare il professore: vero, non ci pensavo che il Benedetto XVI si dimettesse, ma una volta accaduto, la sorpresa è stata minima, non mi sono disorientato né interdetto: praticamente non me n'è fregato un cazzo, ma forse perché la mia s'è fatta, col tempo, una voce acattolica (alfa privativo), e l'ansia me la provocano più certi sommovimenti reali del corpo personale (il mio grillo) e sociale (Beppe Grillo e Berlusconi che per uno 0,5% rischiava di avere la maggioranza alla Camera).Passiamo all'epilogo:
«La Chiesa non deve inginocchiarsi dinanzi al mondo, ma fornire alcune fra le risposte che esso cerca e di cui ha bisogno: sono molti anche i non-credenti ad aspettarselo. La Chiesa non deve solo restituire serenità e fiducia ai cattolici che in questo momento sono incerti e interdetti: deve anche dimostrare che Modernità secolarizzata ha ancora e nonostante tutto bisogno della sua presenza e della sua voce.»
Chi saranno mai i non-credenti che aspettano dalla Chiesa risposte valide per il mondo? Facile: gli atei-devoti, what else? Sono loro, infatti, i teo-neo-con del cazzo che sbavano davanti a Ruini e alla Chiesa come istituzione ancora capace di tenere le masse dentro il perimetro della credulità beota che rende tutti felici con le promesse del dopo. Il qui e ora spaventa a bestia questi cialtroni del pensiero che - mi sento autorizzato a dire - Gesù Cristo stesso manderebbe affanculo di tutto cuore con una bella maledizione, sepolcri imbiancati che dicono che «la Chiesa non deve inginocchiarsi dinanzi al mondo», quando - se una salvezza per la Chiesa è ancora possibile - è l'inginocchiamento, lo stracciarsi di tutte le vesti del potere, la distruzione del Tempio, della Gerarchia, il perdono continuo di tutte le merdate perpetrate in nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo che potrebbe (forse, ripeto forse) salvarla o renderla “credibile”. Altro che serenità e fiducia, e l'angiolino custode che protegge noi buoni contra il maligno. Che cazzate. L'Apocalisse, intesa come rivelazione delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo, spaventa sempre ogni tipo di potere, perché il Potere, tutto il Potere, Chiesa compresa, determina sempre che tra gli uomini intercorra un rapporto tra padroni e schiavi e Cristo è venuto a chiamarci amici, amici, e fratelli, porcoddio, anche.
P.S.Buttalo nel Tevere l'anello, Papa Emerito, per vedere se il professore si mette la muta da sommozzatore.

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