Ch’ha detto?
Parla francese, sai com’è: Francesca / Francesa.
Ah, sì, sì, c’è stato uno, in effetti, uno di Marsiglia, un tal Stephane, che le storpiava il nome così un tempo…
Era già finita la grande guerra?
Eeeh. Da mo’. Ma che stai dicendo? Bando alle corbellerie.
E tu su che fronte hai combattuto?
Guarda che ho mangiato cubetti di diavolina e mi scappa giusto giusto un infuocato…
Stoop. Proprio oggi la vogliamo rovinare?
Hai ragione. Quando è troppo è troppo.
Non sembrerebbe. A sentir lei, non ne ha mai abbastanza.
Dipende da cosa, no?
Dipende da cosa, certo. Ma, secondo me, lei non ha capito di essere ormai uscita da quell’età della vita in cui fai ogni giorno esperienza di qualcosa di nuovo e sei giustificato per tutte le paturnie.
Ah, lo Spleen mesto e implacabile dell’adolescenza…
Bé, ma è tutto diverso, ormai, permettimi. Al compleanno dei quattordici anni stava con un tal Luca che poi le ha spezzato il cuore, e allora daje col singhiozzo libero e co’ Baudelaire in sottofondo a più non posso. Ma oggi è un’altra musica.
Mai sentito, era una costola dei Bauhaus?
Ma chi?
Bau-dlèr.
… Sottolineavo il fatto che i Fiori del male, a conoscerli, non sono mica tanto intrisi di Spleen, sai? Cito Wiki, che fa tanto fico: ”I fiori del male viene considerata una delle opere poetiche più influenti, celebri e innovative dell’ottocento francese e non. Il lirismo aulico ed ampolloso che si unisce a sfondi surreali di un modernismo ancora reduce della poetica romantica si tradusse, nei periodi successivi, nello stereotipo del Poeta Maledetto; chiuso in sé stesso, a venerare i piaceri della carne e tradurre la propria visione del mondo in una comprensione d’infinita sofferenza e bassezza”.
Eh?
Non capisci un cavolo! È una metafora che accenna a tematiche che si agitano sullo sfondo della vita (letteraria) della nostra festeggiata!
Abbassa la voce, oh, che ha appena preso sonno.
Sì, sì. Per concludere, e poi si va a dormire tutti, anche noi demoni, è una che si rimette in gioco continuamente.
Per cause meritorie, come ci si aspetterebbe, no?
Direi che lo faccia per lo più per sé stessa. Più meritoria di così, la causa.
Non ti contraddirò io, guarda. L’unico appunto che mi permetto è che forse tende a strafare. Tanto per dirne una, quella storia delle lezioni di francese. Alla fine l’ha fatto, ha iniziato a studiare (anche se ne ha di strada davanti…). E le altre novità, oltre a questa, le ha intraprese tutte nell’arco di un solo anno solare.
La vedo affaticata, infatti.
Provata.
Sì, provata.
Consunta.
Smunta.
Unta?
Al sole, soprattutto.
”La géante’’ – Sonnet de Charles Baudelaire dans ‘’Les fleurs du mal’’(1857)
Musique “Thru Clouds” – deeB
La Géante
Du temps que la Nature en sa verve puissante
Concevait chaque jour des enfants monstrueux,
J’eusse aimé vivre auprès d’une jeune géante,
Comme aux pieds d’une reine un chat voluptueux.
J’eusse aimé voir son corps fleurir avec son âme
Et grandir librement dans ses terribles jeux;
Deviner si son coeur couve une sombre flamme
Aux humides brouillards qui nagent dans ses yeux;
Parcourir à loisir ses magnifiques formes;
Ramper sur le versant de ses genoux énormes,
Et parfois en été, quand les soleils malsains,
Lasse, la font s’étendre à travers la campagne,
Dormir nonchalamment à l’ombre de ses seins,
Comme un hameau paisible au pied d’une montagne.
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Charles Baudelaire