Sony dice basta alle fughe di notizie!

In questi ultimi anni, con l’aumentare della diffusione di internet e dei social network, stiamo assistendo ad una vera e propria piaga che sta colpendo il mondo della tecnologia: le fughe di notizie. Tutti i maggiori produttori di elettronica ed in particolare di dispositivi mobili, stanno subendo in modo irrefrenabile questa situazione. Fino a poco tempo fa solo Apple sembra in grado di arginare il problema, ora però anche l’azienda della mela morsicata ne è vittima.

Parte dell’opinione pubblica ritiene che le fughe di notizie siano in realtà pilotate dalle case produttrici, il tutto per ottenere maggiore visibilità e pubblicità a livello completamente gratuito. Certo è che andare a diffondere troppe informazioni sui vari prodotti comporta l’impossibilità di colpire gli utenti e di lasciarli sorpresi davanti alla novità. L’altra parte invece ritiene veritiere le fughe di notizie, realizzate ad opera di poco professionali tester e developer i quali, pur essendo sotto contratto di non divulgazione, rilasciano informazioni secretate.

Anche Sony sembra appoggiare questa seconda opinione ed infatti l’immagine che vi mostriamo oggi, riporta un “invito” realizzato dall’azienda Nipponica e rivolto ai propri dipendenti. In questo documento si invitano i possessori di dispositivi in fase di sviluppo a mantenerli segreti, a non mostrarli al di fuori della cerchia delle persone autorizzate, a non usarli senza le apposite protezioni che ne celano il design, a non utilizzare software di benchmark sviluppati al di fuori dell’azienda e, soprattutto, a non pubblicare foto ed informazioni sui social network e siti web privati.

Noi che in un modo o nell’altro ci ritroviamo spesso a contatto con notizie basate su informazioni leaked, da un lato appoggiamo la scelta di Sony poiché riteniamo che il famoso effetto “WOW” sia sempre preferibile, dall’altro ci ritroviamo quasi costretti ad andare alla ricerca di news, indiscrezioni e voci di corridoio che ci portino a fare la notiziona del giorno. Probabilmente, quindi, sarebbe meglio avere un maggiore controllo sulle informazioni che trapelano e soprattutto migliorare la rete di ricerca e sviluppo che sta dietro l’uscita di un device.

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