Dopo essersi dedicata alla riscoperta su supporto digitale di alcuni spaghetti western finiti nel dimenticatoio, Sony pictures Home Entertainment continua il suo lavoro di disseppellimento di titoli stracult recuperando su dvd otto pellicole erotiche che hanno avuto vita difficile, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione in home video.
Andando in ordine cronologico, si parte con La vera storia della monaca di Monza, diretto dal trasher Bruno Mattei – sotto pseudonimo Stefan Oblowsky – contemporaneamente al suo horror L’altro inferno, nel 1980, con il quale, al di là della protagonista Zora”Antropophagus”Kerowa, condivide bene o male lo stesso cast – da Franca Stoppi a Paola Montenero, passando per Franco Garofalo.
Trattasi di un tardo sexy conventuale che, prendendo evidentemente spunto dal personaggio de I promessi sposi ed attingendo sia da Borowczyk che da I diavoli (1971) di Russell, propone la torbida vicenda della giovanissima Marianna, la quale, per volontà del padre e per sconosciuti motivi di famiglia, viene rinchiusa nel convento di Santa Margherita e diventa suora con il nome di Virginia Maria; senza immaginare, però, che il luogo è tutt’altro che in odore di santità.
In mezzo a orge, combattimenti tra gladiatori ed inquadrature provenienti da altre pellicole, è sempre Mattei a firmare nel 1982, con il nome Vincent Dawn, Caligola e Messalina, anche se il lungometraggio, realizzato ovviamente sulla scia del brassiano Io, Caligola (1977) e co-diretto, pare, da Jean-Jacques Renon, è stato attribuito al produttore Anthony Pass alias Antonio Passalia, in quanto a questo occorreva la nazionalità francese perché aspettava finanziamenti dal governo d’oltralpe.
Come pure il contemporaneo e simile Nerone e Poppea, che, con Piotr Stanislas e Patricia Derek impegnati a far rivivere sullo schermo la poco edificante e dissoluta vita dell’imperatore romano, tira in ballo perfino crude sequenze, tra le quali quella in cui assistiamo ad un sanguinoso cambio di sesso da uomo a donna.
Ma c’è l’autore de L’altro inferno anche dietro ad Hanna D.-La ragazza del Vondel Park, che, datato 1984 e attribuito al Rino Di Silvestro de La lupa mannara (1976), è stato in realtà realizzato quasi tutto dal regista romano (nei titoli segnato solo come montatore).
Chiaramente ispirato a Christiana F.-Noi i ragazzi dello zoo di Berlino (1981) di Uli Ledel e non privo di momenti disturbanti, un prodotto in cui il lato erotico, in realtà, fa soltanto da sfondo alla drammatica vicenda dell’adolescente di Amsterdam Hanna alias Ann-Gisel Glass, la quale è costretta a prostituirsi per mantenere la madre e guadagnarsi la dose quotidiana di droga; fino al giorno in cui, nella sua vita, entra un ragazzo con le fattezze di Sebastiano Somma.
Passiamo invece al prolifico Aristide Massaccesi, meglio conosciuto come Joe D’Amato, con un trittico risalente al periodo a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta: Blue angel café, La signora di Wall street e Il fiore della passione.
Il primo, del 1990, vede lo sconosciuto Richard Brown nei panni di un giovane politico sposato che finisce per intraprendere un’appassionata relazione clandestina con la sensuale cantante di cabaret Angie, cui concede anima e uno splendido corpo la Tara Buckman protagonista anche del secondo, risalente allo stesso anno ed ispirato a Wall street (1987) di Oliver Stone. Infatti, ricopre il ruolo di un’avvenente donna in carriera che sfrutta il suo corpo per scoprire i segreti del mondo degli affari, facendo invaghire di lei un giornalista in missione.
Il terzo, infine, dell’anno successivo, tira in ballo un pizzico di thriller (del resto, la sceneggiatura è del Daniele Stroppa che ha scritto Le foto di Gioia e La casa 4) con il personaggio dell’ex galeotto Jeff, il quale, interpretato da Robert LaBrosse, s’innamora della biondissima Linda alias Kristine Rose, senza immaginare che sia la nuova moglie del fratello, che, insieme, pianificano di uccidere per incassare i soldi dell’eredità lasciata dal padre.
E concludiamo con la co-produzione italo-spagnola Compromesso d’amore, diretta nel 1997 da Santiago San Miguel ed interpretata da una nudissima Ornella Muti nella parte della seducente interprete Tatiana, la cui storia d’amore intrapresa in Russia con il dirigente di una ditta del settore alimentare finisce per compicarsi una volta tornati in Italia.
Nel cast, anche Stefania Sandrelli.
Francesco Lomuscio