Sophia’s Restaurant a Milano e la scarsa abitudine italiana di considerare i ristoranti degli hotel

Da Lilimadeleine

Sono io la prima ad ammettere che in Italia non c’è molto l’abitudine di considerare i ristoranti degli hotel come ottimi luoghi per mangiare.

Qualcosa sta cambiando a Milano, grazie a eccellenze della ristorazione, alle mode, agli aperitivi, alle stelle Michelin: tuttavia, se devo pensare a un ristorante buono dove andare a cena, è difficile che mi venga in mente un hotel.

E sbaglio. Assai.

Lo sospettavo da un po’ e quando ho provato il Sophia’s Restaurant dell’Enterprise Hotel (corso Sempione 91 – Milano) ho capito di aver perso inutilmente tempo finora.

Per almeno tre validi motivi:

  • Primo: la cucina è ottima e il risotto allo zafferano superbo. E voi capite quanto un piatto del genere a Milano sia importante (vi consiglio anche quello del Ratanà).
  • Secondo: l’atmosfera in un hotel e nel suo ristorante è diversa da quella di in un altro locale. E’ internazionale, vivace, stimolante, si può sbirciare agli altri tavoli e dedicarsi a quel bellissimo passatempo che consiste nell’indovinare provenienza e altri fatti loro.
  • Terzo: la cena (o il pranzo o l’aperitivo) nel ristorante di un hotel può essere la ciliegina sulla torta di una giornata diversa dal solito. Come sempre, la lezione arriva dall’estero, in particolare dalla mia amatissima Parigi.

Qui è normale prenotare una camera d’hotel per uso giornaliero (c’è un portale creato appositamente, si chiama dayuse e lo trovate anche in italiano). Per portarci l’amante? Questo è uno degli usi possibili, certo (maliziosi che non siete altro). Gli altri sono infiniti: per lavoro, per fare un regalo e sfruttare spa e ristorante dell’hotel spendendo meno, per una giornata con le amiche, con il fidanzato, con il marito mollando i figli a casa.

Questa, per esempio, è la spa dell’Enterprise Hotel di corso Sempione, dove si trova il Sophia’s Restaurant. Ora immaginate la scena: passate qui un pigrissimo e rilassante pomeriggio…

…poi vi cambiate in tutta calma, guardate il panorama della Milano che scorre sotto voi e vi preparate per la cena al Sophia’s Restaurant. 

Dove trovate il camino acceso e un arredamento che subito vi proietta in una dimensione internazionale, come se foste anche voi in viaggio e non più a Milano.

Cosa si mangia? Lo chef del Sophia’s è Otello Moser e la sua carta propone alcuni capisaldi della cucina milanese sempre disponibili (risotto con pistilli di zafferano, cotoletta e ossobuco), e una scelta di proposte che varia al ritmo delle stagioni.

La carta dei vini è ampia e ben curata, tra le birre trovate una selezione di Baladin (che, vi ricordo, ha aperto un locale a Milano).

Io ho mangiato (chiedo scusa per la pessima qualità delle foto):

antipasto di burrata, bufala e verdure, come primo i ravioli di pesce e per dessert un biscotto ripieno di ricotta.

Volendo, avrei potuto scegliere di affidarmi completamente allo chef, propendendo per un piatto abbinato al giusto calice di vino.

Uscendo dal Sophia’s mi sono chiesta perché non l’avessi mai preso in considerazione prima, pur avendone già sentito parlare. Blocco psicologico? Paura dei prezzi? No, semplicemente perché è il ristorante di un hotel. 

E ora che ho capito lo scoglio, vado in missione: riconsiderare i ristoranti degli hotel.

Autore: Oriana Davini

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