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“Sopra il mare non passa mai il tempo, tempo che non passa mai ci cercò, ci trovò”

Creato il 18 giugno 2010 da Elettra

A Napoli il mare spesso non si vede. Dalla vigna di San Martino, dal Vomero lo spettacolo è quello classico della cartolina: il golfo che si adagia fino all’orizzonte, fino a toccare le isole, il Vesuvio nero, le mille e mille case una sull’altra a perdita d’occhio, il luccichio del sole, il riflesso della luna sull’acqua.
Invece al centro storico, dove viviamo, è difficile vedere il mare, quasi impossibile. Troppe costruzioni, troppo cemento e anche lì dove è al livello della strada, in Via Marina, le navi da crociera e gli ingressi degli imbarchi fanno da barriera.
I primi tempi mi intristiva un po’ vivere in una città di mare e non poter godere della sua vista e del suo odore. Solo quando il cielo è chiaro riesco a vederne uno spicchio minuscolo dalla finestra della cucina. Sorridevo e tutt’ora sorrido quando mi capita di sentire le trombe delle navi in arrivo e in partenza, quando tutta la casa tace, più forti del rumore che avvolge perennemente la città.
Ma è solo in queste prime sere d’estate però, con le finestre spalancate per il gran caldo, che avverto per la prima volta di essere in una città costiera.
All’imbrunire si alza quasi sempre un venticello fresco che porta con sé un profumo intenso di mare che riempie per qualche istante la casa, che accarezza lievemente la pelle. Il verso dei gabbiani si fa più forte, diminuiscono i rumori, non si sente nient’altro.
Quando succede di notte, come questa notte, respiro forte e tiro sulle gambe il lenzuolo e Napoli per un attimo diventa Helsingor ed Helsingor diventa Napoli.
“Sopra il mare non passa mai il tempo, tempo che non passa mai ci cercò, ci trovò”


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