Dopo tanto parlare di ortaggi, dedichiamoci alla carne. E come ci piace fare, occupiamoci di un prodotto squisito ma raro, di una specie a forte rischio di estinzione. Parliamo della pecora “sopravvissana”
Questa razza nacque dalla pecora “vissana” nel XVIII secolo, da un incrocio fra arieti Merinos spagnoli, francesi e recentemente Gentile di Puglia ed era diffusa nel territorio laziale, per poi diffondersi nelle Marche e in altre regioni dell’Italia centrale (Umbria, Toscana, Abruzzo, Molise, Puglia).
Ha un’ottima lana, di colore bianco, ma viene allevata principalmente per la carne eccezionale. Si dice addirittura che sia fra le migliori al mondo, rosea e poco grassa e nel Parco dei Monti Sibillini l'agnello è protagonista della cucina picena e del fritto misto all'ascolana. Ancora oggi, però, questa razza rischia l’estinzione. Come purtroppo molti degli animali "storici" italiani, anche questa razza ovina è stata prima accantonata, con l´introduzione di incroci sporadici e disordinati che hanno creato solo "inquinamento genetico", e poi rimpiazzata da pecore ed agnelli più adatti a "moderni" cicli d´allevamento, basati sulla quantità, che producono in fretta e a basso costo. Per i vegetariani, invece, ricordiamo che il latte è eccellente anche se piuttosto scarso e si ricavano degli ottimi formaggi freschi.
Come riconoscere questa autentica rarità ovina? Come abbiamo detto è bianca, con un profilo montonino nei maschi e rettilineo nelle femmine. Gli arieti hanno corna a spirale, mentre le pecore non le hanno. Questa la loro carta d’identità: provate a cercarle sui pascoli dell’Italia centrale. inserito da Elena Bianco