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Soprintendenze d'Italia

Creato il 29 novembre 2011 da Apeiron
Soprintendenze d'Italia


Questo di oggi è il più personale dei post del blog, forse non è nemmeno giusto farlo, ma in questo momento sono il cuore e lo stomaco a scrivere ed il cervello li asseconda nelle loro volontà. Stamani sono stato in Soprintendenza a Pisa per parlare del progetto di riqualificazione del mercato del Buontalenti a Livorno. Il progetto può essere sicuramente perfettibile sotto molti punti di vista, non ho l'arroganza di pensare di aver realizzato l'oggetto migliore possibile, ma questo non cambia il fatto che l'atteggiamento della Soprintendenza è quanto meno disarmante verso chiunque intenda l'architettura in maniera contemporanea.

Sentirsi dire di progettare un "falso storico", riproducendo un modello di architettura dell'ottocento è in contrasto con tutto quello che il panorama mondiale propone. Non sono di certo favorevole ad estraniarsi dal contesto, ma proporre nel 2011 di utilizzare lo schema del Crystal Palace o della Gare Saint-Lazare è anacronistico. Quelle strutture nascono nel 1800 seguendo una tecnologia che per l'epoca era all'avanguardia dal punto di vista tecnologico e strutturale; la forma degli oggetti architettonici era una diretta espressione della struttura. Pensare di riproporre questo concetto oggi è assurdo per molteplici aspetti. Dal punto di vista tecnologico sono passati due secoli e si sono aperte nuove strade, lo stesso discorso vale per l'aspetto strutturale e per quello dei materiali; la ghisa ed il vetro erano il massimo dell'innovazione per l'epoca non di certo oggi. Il discorso formale viene di conseguenza e chiedere di replicare le forme di un edificio del 1800 oggi è come sputare in faccia a due secoli di architettura. Alla mia obbiezione nella quale sostenevo il diverso approccio alle zone mercatali nel resto d'Europa, in particolare facevo riferimento a Barcellona, mi è stato detto che "in fin dei conti stai sempre progettando a Livorno, mica a Barcellona". E questo cosa vorrebbe dire? Seguendo questo principio Barcellona resterà sempre Barcellona e Livorno sempre Livorno (quindi uno schifo); non ci sarà mai la possibilità di vedere qualcosa di nuovo e contemporaneo a Livorno e questo innesca un circolo vizioso che condanna la città ad uno stato eterno di arretratezza e staticità (esclusi ovviamente i falsi storici). Mi rendo conto che negli anni della ricostruzione post-bellica si è tirato a costruire senza troppa cura del contesto storicizzato della città, in questo caso Livorno è solo uno dei tanti casi; ma bloccando tutto quello che è nuovo per la sola colpa di essere diverso dal vecchio non ci ripaga degli errori dei decenni precedenti. Sicuramente queste parole non servono a niente nel contesto in cui viviamo, ma è dal piccolo che si vede come vive un paese ed il nostro paese, l'Italia, è già bello che morto, solo che nessuno l'ha ancora avvisato.

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