Testine antropomorfe ritrovate a Tel Motza
A Tel Motza sono stati scoperti reperti in ceramica del primo periodo monarchico e figurine, ugualmente in ceramica, di uomini e cavalli che forniscono una rara testimonianza di un culto rituale nella regione di Gerusalemme, all'inizio dell'epoca monarchica.Tel Motza si trova ad ovest di Gerusalemme e gli scavi sono qui seguiti dalla Israel Antiquities Authority, che affianca gli operai che lavorano alla costruzione di una nuova strada che colleghi il centro di Sa'ar Hagai a Gerusalemme. Durante le operazioni di scavo sono emersi un edificio templare e un ripostiglio contenente diversi vasi sacri antichi di circa 2750 anni.
Secondo Anna Eirikh, Hamoudi Khalaily e Shua Kisilevitz, direttori dello scavo per conto della Israel Antiquities Authority, la costruzione templare di Tel Motza è piuttosto insolita, dal momento che ben poco, se non nulla, è rimasto degli edifici sacri del periodo dei re e del Primo Tempio, in Giudea. Un'altra peculiarità è la vicinanza della struttura alla città di Gerusalemme.
Vista generale del sito scavato a Tel Motza
Sono diversi i reperti che, negli ultimi anni, sono stati ritrovati a Tel Motza. Il sito è scavato ininterrottamente dal 1990. Al momento gli archeologi propongono l'identificazione del sito con il biblico Mozah, menzionato nel Libro di Giosuè, una delle città della tribù di Beniamino. Questa identificazione si basa essenzialmente sulla scoperta, in loco, di un edificio pubblico, una grande struttura con magazzini e numerosi silos.Gli ultimi scavi hanno rivelato parte di un'altra grande struttura risalente all'Età del Ferro. Le pareti di questa struttura sono enormi, con un ingresso ampio ad est che permetteva ai raggi del sole, allo spuntare dell'alba, di illuminare quello che era posto all'interno del tempio.
Figurina di cavallo (Foto Clara Amit)
Le ceramiche ritrovate comprendono vasi rituali, frammenti di calici, colonne decorate e una serie di figurine di due tipologie: la prima serie è composta da figurine antropomorfe dotate di teste piuttosto piccole, con un copricapo piatto e capelli arricciati; la seconda tipologia è composta da figure zoomorfe.Durante gli scavi sono stati identificati elementi che caratterizzarono il Regno di Giuda. Si pensa che i reperti di Tel Motza possano testimoniare l'esistenza di templi e recinti rituali nel Regno di Giuda e nella regione di Gerusalemme, prima che il culto dell'intera nazione venisse concentrato negli edifici religiosi di Gerusalemme, soprattutto nel Tempio.
Figurina di ariete emersa negli scavi estivi
di Tel Motza
Durante il periodo in cui sono state scolpite le statuette, iniziò la transizione umana dal nomadismo, basata sulla caccia e la raccolta, alla sedentarietà che portò alla costruzione di insediamenti permanenti su vaste aree. L'archeologa Anna Eirikh collega le figurine di Tel Motza al processo di addomesticazione degli animali, in particolare dei bovini selvatici. Le figurine sono reperti unici e, probabilmente, si trattava di una sorta di portafortuna utilizzati dai cacciatori nel corso di cerimonie tradizionali eseguite prima della caccia.
Gli archeologi collegano queste figurine alla civiltà dei Natufiani, la cui cultura fiorì nella regione poco prima che venissero plasmati questi animali in ceramica. I Natufiani vivevano, appunto, di caccia e raccolta di cereali e furono i precursori della civiltà neolitica nella regione. Gli archeologi hanno ipotizzato che furono proprio i Natufiani ad addomesticare, in questo periodo, i cani e a sfruttare le risorse fornite dalle capre.