Credit: Scott Sheppard/Carnegie Institution for Science
Il Sistema Solare allarga famiglia!
Analizzando i dati ottenuti da osservazioni terrestri, gli astronomi hanno annunciato oggi la scoperta di un nuovo oggetto oltre l'orbita di Plutone, ai confini del nostro Sistema Solare.
Chiamato 2012 VP113, con un diametro di 450 chilometri, è forse un pianeta nano, ossia un corpo in orbita intorno al Sole, con una massa sufficiente affinché la sua stessa gravità riesca a conferire una forma sferica.
Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista Nature.
Le osservazioni, effettuate con il il telescopio di 4 metri del National Optical Astronomy Observatory in Cile, sono state guidate da Chadwick Trujillo del Gemini Observatory delle Hawaii e da Scott Sheppard del Carnegie Institution in Washington. Mentre il telescopio Magellan, di 6,5 metri, presso il Carnegie Institution of Washington sempre in Cile, è stato utilizzato per determinare l'orbita ed ottenere informazioni dettagliate sulle proprietà superficiali.
"La scoperta di 2012 VP113 dimostra che le più esterne regioni del nostro Sistema Solare non sono un deserto vuoto, come una volta si credeva", ha dichiarato Trujillo. "Invece, questa è solo la punta dell'iceberg che mostra che ci sono molti corpi interni alla Nube di Oort che attendo di essere scoperti. Questo evidenzia anche quanto poco sappiamo sulle parti più remote del nostro Sistema Solare e quanto ancora dobbiamo esplorare".
Il nostro Sistema Solare conosciuto è costituito da pianeti rocciosi come la Terra più vicini al Sole, da gassosi giganti più lontano, e da oggetti ghiacciati nella fascia di Kuiper, appena dopo l'orbita di Nettuno. Oltre, sembra esserci una sorta di confine, dove fino ad oggi orbitava in solitudine l'unico oggetto conosciuto, Sedna, molto più piccolo di Plutone, scoperto il 14 novembre 2003 da Michael Brown (California Institute of Technology), Chad Trujillo (Osservatorio Gemini) e David Rabinowitz (Università Yale).
Credit: NASA
Sedna si trova esternamente alla fascia di Kuiper ed insieme all'ultimo arrivato, 2012 VP113, possono essere probabilmente considerati i primi due elementi osservati della nube di Oort interna.
"La ricerca di questi oggetti lontani della nube di Oort interna, al di là di Sedna e 2012 VP113, dovrebbe continuare, in quanto potrebbero raccontarci molto sull'origine e l'evoluzione del nostro Sistema Solare", spiega Sheppard.
Sheppard e Trujillo hanno calcolato che potrebbero esistere circa 900 oggetti con orbite simili a Sedna e a 2012 VP113, con dimensioni superiori a 1.000 chilometri.
Alla fine, la popolazione totale della nube di Oort interna è probabilmente maggiore di quella della fascia di Kuiper e la fascia principale degli asteroidi.
"Alcuni di questi oggetti della nube di Oort interna potrebbero rivaleggiare con le dimensioni di Marte o addirittura della Terra ", ha detto Sheppard. "Questo perché molti degli oggetti della nube di Oort interna sono così lontani che, anche se molto grandi, rimangono troppo deboli per essere rilevati con le attuali tecnologie".
2012 VP113 è stato scoperto, come Sedna, nel momento in cui si trovava più vicino al Sole, ossia a circa 80 UA.
I pianeti e gli asteroidi si trovano tra 0,39 e 4,2 UA; i giganti gassosi tre 5 e 30 UA, mentre la fascia di Kuiper (composta da centinaia di migliaia di oggetti ghiacciati, tra cui Plutone, declassato a pianeta nano nel 2006) varia dalle 30 alle 50 UA, che rappresenta un bordo nel nostro Sistema Solare, lontano da ogni influenza significativa con Nettuno. Fino alla scoperta di 2012 VP113, solo Sedna era noto per avvicinarsi al Sole fino a 76 UA, rimanendo significativamente al di là di questo confine esterno per tutta la sua orbita.
Ma se da una parte le osservazioni del cielo in infrarosso continuano a smentire la presenta di un ipotetico Pianeta X, le orbite di Sedna e 2012 VP113, che si allontanano dal Sole per centinaia di UA, suggeriscono una storia diversa: potrebbero essere influenzate dalla presenza di un pianeta ancora sconosciuto, forse grande fino a 10 volte le dimensioni della Terra.
Ulteriori informazioni: http://home.dtm.ciw.edu/users/sheppard/inner_oort_cloud/