Magazine Diario personale

Sorprese d’autunno

Creato il 25 settembre 2014 da Povna @povna

La ‘povna scende le scale della scuola a rotta di collo, sul viso il sorriso di una mattinata che si annunciava tosta (e con un treno soppresso alle 6 della mattina, che non dice certo il meglio), e che invece è stata solo bella. La aspetta il treno veloce alla stazione, e poi, nella piccola città, subito un’incombenza da concentrare in pausa pranzo (per liberare, almeno parzialmente, il pomeriggio), ché questa settimana lo sceneggiatore dice “incontri”, e lei si vuole, di buon grado, conformare.
Da lontano scorge davanti alla segreteria il profilo di una figura familiare, che parla con Mafalda. Si avvicina con un balzo, aguzza gli occhi, non ci crede. “Non può essere lui, non è possibile” – borbotta tra se stessa – “ci pensavo proprio oggi. Sono passati già due anni, pare folle, eppure mancano, oggi, ancora come ieri“.
Ma la sua vista è buona (e, forse, pure il sesto senso) e non si sbaglia (e poi: le spalle magre, gli occhi); il sorriso a tutto tondo li avvolge entrambi in sincrono:
“Calvin, che bella sorpresa, quasi quasi non ci credo!”.
“Ha visto, prof.?” – la Pesciolina sbuca da dietro la colonna, e lo esibisce, quasi fosse un trofeo.
Ma la ‘povna ha occhi solo per lui, orecchie per ascoltare il pezzo di trama da riavvolgere.
“Dove vai, Calvin, hai un po’ di tempo?”.
“In stazione, prof., pensavo di accompagnarla”.
“Aspetta, timbro”.
Salutano, si avviano fuori dalla scuola, il mondo non esiste. In quei quindici minuti scarsi faranno in tempo ad aggiornare l’aggiornabile, pianificando futuri appuntamenti:
“Allora venite con il Piccolo Elfo, a casa, mia un sabato”.
“Volentieri, prof.! Si organizza”.
“Porta pure la fidanzata, sai che non mi scandalizzo”.
“Infatti, prof. E poi, volevo presentargliela”.
E poi parole su parole, e anche silenzi. I treni passano, in direzioni opposte (come ai tempi del cinema scolastico, lo pensano entrambi, ma non è necessario dirlo).
“Arrivederci, prof., buona giornata. E allora a presto!”
“Ciao, Calvin, saluta tutti. E grazie!”.
Mentre sfreccia verso la piccola città, con una nuova carica, la ‘povna ringrazia, mentalmente, lo sceneggiatore.


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