Magazine Racconti
Foto di Alberto Bregani
Il cielo s’inzuppa in un mare di nebbia. Guglie scure avvolgono oscuri segreti in un fazzoletto di vapore. Li nascondono così. Si nascondono così, quando vogliono che nessuno le trovi. Le parole s’infrangono mute su scogli mai soluti. Il cielo scompare, in un istante. Scompare. È per sempre, pensi. Pensa a noi, dicono le guglie scure. Segretamente ti scontri e rincontri scogli insoluti. Il cielo è scomparso. E non c’è promessa di guglia scura che possa far mutare idea e non ci sono parole. Non ci sono parole, non una. C’è solo un mare di nebbia che fluttua e accoglie il tuffo del cielo. Le guglie hanno smesso di fare promesse e gli scogli hanno perso tutti i dubbi che avevano, sono scivolati nel mare di nebbia. Come le guglie, un po’ più giù, dov’ è difficile andare, cercare. Dove toccare anche solo una parola richiede il coraggio di un tuffatore di Delo. Afferrarla, poi. Poi? Il cielo è un biscotto. Un grande biscotto azzurro che s’inzuppa in un mare bianco di nebbia. Lo mordo per quello che posso, stando attenta alle guglie e alle parole che non ci sono più. Il cielo è riapparso. Un pezzo è nella mia pancia e galleggia nel sorso di mare di nebbia che ho mandato giù insieme ai dubbi insoluti. Le parole, qualcuno dovrebbe andare a prendere anche loro, anche se non ci sono più. Qualcuno dovrebbe riprendere tutto. Qualcuno dovrebbe riprendere me. Un tuffatore di Delo, non altri. Tra un sorso e l’altro di nebbia, tra un morso e l’altro di cielo, tra un pezzo e l’altro di me.