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Sorvegliato Speciale (di J. Flynn, 1989)

Creato il 29 marzo 2013 da Frank_romantico @Combinazione_C
Sorvegliato Speciale (di J. Flynn, 1989)
Uno dei film che ha segnato la mia infanzia è stato sicuramente Sorvegliato Speciale di John Flynn. Ovviamente da ragazzino non avevo la minima idea di chi fosse John Flynn (e non mi perdevo molto), però sapevo bene chi era Sylvester Stallone e per me Sorvegliato Speciale (1989) è e continua ad essere un film di Stallone, ancora lontano dal dedicarsi alla regia ma già da molti anni icona del genere action e non solo. Ricordo una vhs con il nastro consumato per quante volte l'avevo guardata, riavvolta e riguardata, quella sensazione di essere di fronte a un cult senza neanche sapere cosa fosse un cult. La magia del mettersi d'avanti al televisore del salotto dopo aver cenato. Insomma, esperienze tra il cinema e la vita reale, e al diavolo il reale valore della pellicola.
Frank Leone è un detenuto a cui mancano sei mesi per riacquistare la libertà, se non fosse che un giorno viene trasferito in un carcere di massima sicurezza ad opera del direttore Warden Drumgoole. Lo scopo del direttore è vendicarsi: Leone è stato l'unico che nel corso della sua carriera era riuscito ad evadere da un carcere da lui diretto facendogli fare una pessima figura di fronte ai media. 
Film carcerario fatto di luoghi comuni e banalità. In questo consiste Sorvegliato Speciale (Lock Up il titolo originale). Un film cucito su misura per Stallone, da sempre attore tutto muscoli e inespressività che ha incarnato nel proprio corpo scolpito un certo volto del genere action. E allora perché non renderlo centro focale di una pellicola che gira tutta attorno al personaggio/protagonista, ponendolo di fronte a meccanismi atti a metterne in dubbio la sua integrità e resistenza all'interno di un micro-mondo come quello carcerario? Un eroe-antieroe che vive delle proprie disavventure, vittima di una vendetta scaturita dall'ego ferito di un uomo potente, metafora neanche troppo velata contro il potere (americano?) che si nutre di se stesso.Il film esibisce un sadismo edulcorato, una violenza resa innocua dal buonismo e dagli stereotipi e tutto questo lo distanzia da certo action "impegnato" anni '80 di buona fattura tanto quanto dai migliori esempi di quel sottogenere di cui fa parte. 
Allora cosa c'è da salvare di questo film? Non certo un Donald Sutherland caricatura di se stesso, né la regia anonima o lo stile piatto. Semplicemente a salvare questo film ci pensa la vita, i ricordi e la certezza che quel passato rappresentato da certo tipo di cinema non tornerà mai più. E allora rimango attaccato a Sorvegliato Speciale con tutta la forza del sentimento, con l'immagine di me che da bambino vivo il rituale della vhs attorno al televisore, dopo cena, nella semioscurità. Allora chi se ne frega del valore oggettivo di una pellicola che rappresenta molto più che un genere o un certo tipo di cinema. Che rappresenta me stesso, ciò che ero e ciò che era la vita a quel tempo. E così mi basta riguardarlo per essere felice e va bene così. Cult? Per me sicuramente.
Sorvegliato Speciale (di J. Flynn, 1989)

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