Encelado ripreso dalla missione Cassini-Huygens. Crediti: NASA/JPL/Space Science Institute
La sonda Cassini ha da poco effettuato il primo di tre passaggi radenti (in gergo tecnico flyby) di Encelado, una delle lune di Saturno, previsti dal piano della missione congiunta di NASA, ESA e ASI, destinata ad esplorare il pianeta dagli anelli e il suo sistema di satelliti naturali. La minima distanza raggiunta dalla superficie di Encelado, poco più di 1.800 chilometri, è stata raggiunta alle 12 e 41 ora italiana. Le prime immagini dalla sonda, che ci consentiranno di avere una visione ravvicinata della regione del polo nord del corpo celeste, arriveranno tra uno-due giorni.
Cassini in passato aveva già sorvolato Encelado, ma a quell’epoca l’emisfero settentrionale avvolto dall’oscurità del lungo inverno di Saturno. Ora invece la stagione è cambiata, e su quelle lande ghiacciate splende un pallido Sole. Una situazione ideale per osservare se anche lì si trovano tracce di attività geologica passata, come i criovulcani e le caratteristiche “tiger stripes” ( i “graffi di tigre”) già osservati nell’emisfero meridionale della luna. Sono proprio queste peculiarità che, da quando Cassini le ha scoperte nel 2005, hanno reso Encelado uno dei luoghi del Sistema solare più promettenti nella ricerca di ambienti in grado di ospitare forme di vita, con il suo enorme oceano di acqua allo stato liquido a sostenere la crosta ghiacciata.
«Le proprietà dell’oceano di Encelado e la deduzione che sul suo fondale potrebbero essere attivi sistemi idrotermali rafforzano l’ipotesi che questa piccola luna di Saturno sia potenzialmente in grado di ospitare condizioni simili a quelle presenti sul fondo dei mari terrestri» commenta Jonathan Lunine, ricercatore della Cornell University di Ithaca, New York e membro del team scientifico della missione Cassini. «Così, è davvero molto forte la tentazione di immaginare che in quel mondo potrebbe esistere la vita, a più di un miliardo e mezzo di chilometri da casa nostra».
Dopo il passaggio di oggi, il team di Cassini ha già rivolto l’attenzione a quello, mozzafiato, previsto per il prossimo 28 ottobre. La sonda infatti arriverà letteralmente a sfiorare Encelado, fino ad arrivare alla distanza di appena quarantanove chilometri dalla superficie, sempre in prossimità del Polo Sud. Un’occasione unica per studiare da vicino le emissioni dei geyser del corpo celeste e indagare con i suoi strumenti di bordo sotto sua la crosta, alla ricerca di nuove preziose informazioni sull’attività idrotermale in corso nel suo oceano. Il terzo e ultimo passaggio, più distante (circa 5.000 chilometri) è invece previsto per il 19 dicembre.
Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Galliani