SOS Agricoltura: il 57% degli intervistati vuole cambiare mettendosi insieme con altri operatori.

Da Deianaste

Innovazione, mercato, valorizzazione di tipicità e qualità sono le parole chiave degli agricoltori della Gallura per rilanciare il settore ma “non da soli”: lo dice  il 57% degli intervistati. Molti hanno anche ammesso difficoltà o scarsa predisposizione a cercare e a comunicare con il cliente, mentre il 52% afferma che per tornare a crescere è indispensabile innovare e riqualificare prodotti e servizi, adeguando anche le attuali competenze tecniche dentro l’azienda. Un’allevatrice di Monti lancia la proposta di “creare un consorzio che tuteli le coltivazioni biologiche” e un altro agricoltore di Buddusò suggerisce di attivare “un fondo per aiutare le aziende agricole ad introdurre il marchio biologico”.

foto di Sebastiano Pitruzzello - Creative Commons Licence

L’agricoltura è purtroppo il settore che forse più di altri sente il peso della crisi. L’inchiesta Bottom-up promossa da CNA Gallura registra più di una conferma di alcuni dati molto preoccupanti che denunciano malesseri profondi e di cui la crisi attuale è solo la punta dell’iceberg. In provincia di Olbia-Tempio, il comparto agricolo pesa per il 2,5% del PIL mentre la media regionale è del 3,5%, mentre le aziende attive sono quasi 3.30 pari al 18% del totale provinciale, con il 4,4% degli occupati (fonti Istat e Infocamere). Ma la dinamica imprenditoriale è calata in un anno del -2,25%, nonostante che il tasso di crescita complessivo della provincia fino al 2008 fosse risultato positivo (+ 1,7%). 
Come indicato in una recente indagine nazionale del Centro di ricerca Nomisma, anche le imprese agricole sarde, come quelle italiane, soffrono per la difficoltà di accesso al mercato finale (lo afferma il 49% degli intervistati), a causa degli gli oneri burocratici e amministrativi (35,7%), per le restrizioni al credito (35,7%) e per la scarsità di manodopera qualificata (34,8%). Sono criticità sentite anche tra gli agricoltori della Gallura: solo il 13% delle imprese finora intervistate ha fatto registrare nell’ultimo anno un aumento del fatturato e dell’utile, mentre il 40% denuncia un calo medio del 30%. Alla domanda sugli ‘stati d’animo’ – di cui abbiamo già raccontato in un post precedente – una giovane imprenditrice di Luras ci ha risposto “guardi, aggiunga ‘disperazione’, perché noi siamo proprio disperati”.
In sostanza, gli agricoltori si sentono invisibili, poco coinvolti nelle scelte che riguardano il loro futuro e poco ascoltati. Bisogna agire con idee e metodi nuovi. Pensate che si possa fare?
La redazione, 9 agosto 2010


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