Credo che Orietta Salemi sia la persona giusta perché ho avuto modo di apprezzare le sue capacità nel riuscire a mettere insieme persone che la pensano diversamente, perché credo che le sue abilità nel lavorare in squadra siano fondamentali per avere un partito sempre più vicino alla gente. Inoltre Orietta ha da sempre avuto particolare attenzione sulle questioni concrete che interessano ai cittadini, a cominciare dalle battaglie a difesa della cultura e della formazione che da sempre l'hanno contraddistinta.
Serena Capodicasa, consigliere della terza circoscrizione
Per me un partito è una squadra. Non ci sono super uomini o super donne, ma ogni competenza e capacità va valorizzata. Serve una persona di valore e di sintesi per condurre un partito cittadino a maggiore partecipazione e a vincere le elezioni, e Orietta è una figura perfetta per questo. So che punterà sulla formazione perché da insegnante non la usa come specchietto per le allodole ma ci crede davvero, so che si prenderà cura dei problemi di tutta la città perché essendo al secondo mandato da consigliere comunale li conosce bene. So che sarà un supporto organizzativo per ogni circolo perché farà in modo che ci sia uno scambio di competenze e un grande gioco di squadra tra i circoli.
Mi rattrista sentire che si parli della candidatura di Orietta come "calata dall'alto". Mi pare che in nessun circolo sia stata discussa né una né l'altra candidatura prima della loro ufficializzazione, o sbaglio? So solo che chi, per vincere, deve prendersela con l'avversario, non ha grandi argomenti. Parliamo di contenuti e di capacità, solo questo modo di discutere è degno del Partito Democratico. Il resto è fuffa.
Lorenzo Dalai, capogruppo PD in Consiglio Provinciale
Resto alquanto perplesso di fronte alle enunciazioni congressuali di alcuni personaggi di spicco del Partito Democratico.
Devo dire che fin dall'inizio del percorso delineato soprattutto di concerto con l'ex collega e ora Deputato Diego Zardini, mi sono trovato concorde, anzi portando contributi positivi, sull'ipotesi di progettualità che avrebbe dovuto riportarci alle posizioni che il Centrosinistra deteneva nel 2004: 51% in città e 48% in provincia...
Si trattava quindi di rivedere le modalità di programma e di alleanze che queste posizioni non erano state in grado di mantenere. Ricordo che il Centrosinistra amministrava, oltre al capoluogo, anche tutti i comuni più popolosi della provincia: Villafranca, Legnago, San Martino B.A., San Giovanni Lupatoto, Negrar, ecc.
Le linee programmatiche dovevano poi trovare gli interpreti più idonei, raccogliendoli trasversalmente tra tutte le sensibilità del PD ed anche dall'esterno.
A questo si è voluto opporre un rifiuto aprioristico e, vagheggiando una alleanza tutta orientata a Sinistra, Roberto Fasoli ha cercato di coagulare i malumori originati dalle vicende nazionali (governo con il PdL, episodio dei 101, ecc.).
Ma come?! Con quel tipo di alleanza alle ultime comunali di Verona abbiamo portato a casa un misero 16%, su di una platea elettorale sensibilmente ridotta ,rispetto alle precedenti, da un astensionismo pesante. Tant'è che, ad esempio, in terza circoscrizione si è passati dai 9.439 voti del 2007, quando vinse Tosi per la prima volta,quindi con una debacle già consolidata, ai 4.772 del 2012, seconda vittoria di Tosi...
Che poi si venga a proporre Federico Benini come candidato dei Circoli mi pare alquanto bizzarro, visto che la notizia della sua candidatura, sia il sottoscritto come gli altri colleghi, sia provinciali che comunali, l'abbiamo appresa dalla stampa. Tra l'altro nei rispettivi circoli siamo sempre presenti!
Sicuramente si tratta di una autocandidatura che ha trovato alcuni sostegni, ma, soprattutto, la spinta determinante da parte di Roberto Fasoli.
Spero che il dopo congresso riesca a far riassorbire le ecchimosi provocate da questi personalismi assolutamente improduttivi, riportando alla ribalta programmi veri, frutto di approfondite analisi e conoscenze del territorio, improntati da valori condivisibili ad ampio spettro, per riportare il Partito Democratico veronese ad essere protagonista del nostro Futuro e quindi non più forza marginale come qualcuno vorrebbe.
Damiano Fermo, consigliere del comune di Verona
Di candidature nate e cresciute sull’arrivismo ne abbiamo avute tante. Beninteso, l’ambizione, sempre se tradotta nella voglia di affermarsi, anche personalmente, per il bene della collettività, è un valore primario. Ma in questa fase, il PD, per essere a servizio della collettività, deve puntare sui programmi innovativi e alternativi e sulle strategie capaci di attuarli. Per questo abbiamo lavorato per superare le divisioni. Chi invece sente sempre il bisogno di contarsi,personalmente, all’interno del partito, in questo momento non è utile, al partito stesso e alla società in cambiamento. La realtà ci chiede interventi e risposte, non carriere autoreferenziali e staccate dalle questioni epocali che ci troviamo ad affrontare. Per quelle carriere c’è stato un tempo, che non c’è più!
Alcuni passaggi del congresso non sono stati abbastanza condivisi con la base del partito e di questo ci scusiamo. Ma la base deve cambiare e diventare una cellula che diffonde sul territorio partecipazione, raccolta di idee, proposte e soluzioni, non solo un luogo di discussione chiusa e di periodica elezione di dirigenti poi incapaci di far lavorare un organizzazione capillare. Il progetto avviato siamo certi darà i frutti che tutti speriamo di raccogliere da anni. Ed è un progetto che vuole ridare un senso proprio al ruolo della militanza, degli iscritti del PD.
Giuliano Rigo, consigliere comunale
Sostengo Orietta Salemi come candidata alla segreteria cittadina del PD di Verona perché ha dimostrato una grande capacità di trasmettere idee positive e di fare squadra. Perché per svolgere bene il ruolo di segretario cittadino non basta essere capaci di organizzare e gestire l'ordinarietà, ma è necessario suscitare emozioni, testimoniare dei valori, dare forza alle idee. Perché il ruolo del PD nella nostra bella Verona non può essere quello di giocare di rimessa, ma quello di proporre una visione di città positiva, aperta ed europea, fortemente alternativa a quella città provinciale e chiusa su stessa concepita dalle destre negli ultimi anni. Perché la competenza e la professionalità devono essere sempre accompagnate da una forte umanità per poter produrre i risultati migliori.