Magazine

Sostenibile

Creato il 12 marzo 2012 da Lipesquisquit
Trovo fastidiosi e fuorvianti quegli articoli o sondaggi o campanelli d’allarme che ci ricordano il pericolo rappresentato dal calo dei consumi.I consumi attuali sono al livello di trent’anni fa, dicono. E allora? Dovrei preoccuparmi? Cioè, dovrei credere che questo sarebbe un male? Quale sarebbe il modello da seguire? Consumare di più, in crescita lineare? Cioè, ancora di più? E sarebbe questo l’indice del benessere della gente? E se la gente non volesse più consumare? È la pubblicità che ci dice di consumare e comprare e vivere alla grande, sprecando e masticando e fumando e bevendo sempre, la pubblicità prodotta dal sistema stesso, dalle aziende che vogliono assicurarsi nel tempo una massa di consumatori sempre presente e attiva, ma forse questa massa sta cominciando a fare di testa sua.No, perché è questo che cerco di fare io, ed è più o meno quello che cercano di fare tutti i comuni mortali nei momenti di crisi: si ricordano che di solito si fanno trascinare e comprano troppo, consumano troppo, si ricordano che finora hanno sempre comprato stronzate di cui invece possono tranquillamente fare a meno, perciò prendono e smettono di comprarle. Questo non è un allarme di pericolo, anzi, potrebbe essere la volta buona che ci diamo davvero una ridimensionata e, con l’aiuto della crisi, magari ci rendiamo pure conto che questo stile di vita, che ci spacciano come il modello economico-sociale-civile-consumistico ‘giusto’, sia in realtà un grosso, secolare equivoco.Non si può campare così, punto. Non si può dare per scontata (e incentivare) una perpetua crescita economica, crescita del PIL, crescita dei consumi. Questo funzionava in certi videogiochi dei miei tempi, tipo Sim City, ma il mondo reale è un mondo dove le risorse sono quasi finite, e dove troppa gente, ormai, rincorre il miraggio della crescita infinita, e quando dico troppa gente intendo l’occidente, più la Russia, più la Cina, più l’India, più il Brasile, e chissà quanti altri stanno arrivando. Troppi a consumare troppo, troppi a pretendere lo stile di vita splendido dove nessuno si priva di nulla e mastica petrolio, energia e materiali inconsapevolmente. Questo modello, semplicemente, non può proseguire, non può reggere, non è, appunto, sostenibile. Non ce la faremo mai, dando questo modello di vita per scontato, come se fosse l’unico possibile. Non ce la faremo mai, se penseremo solo alla crescita economica e quindi solo alla crescita continua dei consumi, in un mondo di risorse che non crescono, anzi, calano, anzi, sono già calate troppo, perché qualcuno, in un secolo circa, le ha fatte fuori tutte. Non ce la faremo mai, e non è una stima pessimistica. La stima pessimistica è il mondo di Mad Max, cioè immaginare quel poco che rimarrà del mondo che conosciamo dopo la guerra per la sopravvivenza. Io non so se ci sarà davvero la guerra globale per il controllo delle poche risorse rimaste, forse riusciamo a fermarci prima, forse riusciamo a cambiare modello di sviluppo, o forse no. Questa partita ce la stiamo giocando adesso, e il bello è che siamo in campo e nemmeno lo sappiamo, o almeno continueremo a non saperlo finchè ci sbatteranno in prima pagina queste notizie, in questo modo.
I consumi sono calati ai livelli di trent’anni fa?Bene, molto bene, ma non è abbastanzaPossiamo fare di meglio.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog