Magazine Cultura

Sotto cieli noncuranti – Benedetta Cibrario

Creato il 05 dicembre 2013 da Linda Ferrando

9788807018008_quarta.jpg.448x698_q100_upscale

Durante la lettura di questo romanzo di Benedetta Cibrario – vincitrice del Premio Campiello 2007 con Rossovermiglio (che leggerò!) – uscito nel 2010,  ho pensato spesso a come lo avrei “classificato” parlandone qui sul blog. Ebbene si tratta di un romanzo che mischia insieme le caratteristiche di una trama drammatica a quelle di un giallo con un sproporzione notevole tra le due cose. Di giallo resta davvero poco e quasi mi chiedo se non fosse anche evitabile questo flebile legame al genere, ridotto a due protagonisti poliziotti e ad un caso di morte infantile.

È invece la componente psicologica a fare da padrona, i comportamenti dei personaggi sembrano analizzati minuziosamente per ogni dialogo e avvenimento. Diversi sono i protagoinisti che raccontano in prima persona: da una giovane ragazza entrata in polizia ad una bambina rimasta orfana passando per un magistrato, altre due donne (moglie e amante) e tanti altri. Per fortuna i salti temporali sono ridotti al minimo indispensabile e le descrizioni dei luoghi sono piacevoli (parlo in particolare di Torino città in cui ho vissuto durante gli anni di università e che è sempre piacevole leggere attraverso le descrizioni altrui).

La trama resta comunque originale e molto particolare il fatto che alla narrazione si aggiungano sempre personaggi nuovi, mano a mano che li incontriamo. Piacevole sorpresa il finale, davvero azzeccata la scelta di ambientarlo in questo paesino del Val di Susa con una strana tradizione natalizia.

Alla fine non me la sento di consigliarvelo o meno, se vi incuriosisce sappiate che è il momento giusto per iniziare a leggerlo visto che è ambientato nelle vacanze natalizie!

Voto: ★★★✰✰

Il filo che legava il nostro passato al mio presente si è spezzato, portandosi via tutto. Resta solo un po’ di stupore, del rammarico, una sorprendente assenza di grande dolore, ma è notte, è l’ora del silenzio e di certe verità che si svelano meglio nel buio che le rende, chissà perché, così chiare. La fine di qualcosa non è sempre straziante. Certe volte è solo una fine. Una frase composta secondo le regole, dotata di senso e compiutezza, corretta. Dove non resta che puntare la penna con un breve gesto che assomiglia al bucare di un ago, suggellando la fine.

sulcomodino

 



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines